Il regista Finn Taylor ne sentì parlare per la prima volta 20 anni fa, agli albori di Internet. Gli Awards venivano conferiti, postumi, su internet a quegli individui che si uccidevano accidentalmente nei modi più incredibilmente stupidi. Nascevano così le leggende urbane. Taylor iniziò ad indagare, scoprendo che alcune di queste storie apparentemente assurde erano invece assolutamente reali. Erano i media locali a diffonderle con tanto di prove indisputabili, come il ritrovamento del corpo stesso della vittima. Le migliori di queste storie (o peggiori a seconda dei punti di vista), dove la realtà supera la finzione, divennero materiale per la commedia dark The Darwin Awards. “Sono sempre rimasto affascinato da queste storie, non tanto dal trambusto che hanno creato piuttosto dalle ragioni che le hanno determinate. C’è qualcosa di profondamente americano in esse, qualcosa di umano, attraente e divertente, una combinazione di poesia e testosterone”, racconta il regista.

Nella sceneggiatura di Taylor le storie dei Darwin Awards sono collegate alle vicende di due personaggi che lottano con il loro destino. Burrows (Joseph Finnes) è un investigatore brillante con un talento speciale nello stilare il profilo comportamentale dei criminali ma ha un difetto fatale per uno della sua professione: non sopporta la vista del sangue, che lo fa letteralmente svenire. Siri (Winona Ryder) è anche lei un’intelligente investigatrice che lavora per una agenzia assicurativa. E’ una ragazza cocciuta ed imprudente, l’opposto del riflessivo ed esitante Burrows. Burrows viene assunto dal capo di Siri allo scopo di stilare il profilo dei potenziali vincitori del Darwin Award; i due protagonisti iniziano così le loro indagini, determinati a comprendere cosa scatti nella mente di questi individui. “Burrows è una persona molto paurosa ed è ossessionato da quello che potrebbe accadere. Siri è il suo opposto”, spiega Taylor. “Quello che hanno in comune è che sono entrambi due tipi solitari”. Due personaggi apparentemente improbabili che si ritrovano insieme a causa di circostanze al di là del loro controllo, un tema piuttosto ricorrente nel sceneggiature e nei film di Taylor, da Un Sogno In fondo al Mare (1997) a Cherish (2002).

Quello che interessa Taylor come regista sono le manie della gente comune. “I difetti degli esseri umani rappresentano la loro più grande bellezza”. “E’ questo che mi attrae”, sottolinea. In The Darwin Awards, Burrows e Siri attraversano l’America per indagare su questi casi di persone che hanno provocato la propria morte in circostanze straordinarie. La questione è: sarà il fato ad aver causato queste singolari morti premature, come presuppone Siri, o qualcos’altro? Burrows cerca di provare che questi individui apparentemente patetici sono ben più che vittime in attesa della loro morte. “Le motivazioni che spingono le persone ad agire in questi modi hanno molteplici spiegazioni. Alcuni sono spinti dalla voglia di successo, altri sono semplicemente degli spacconi, in certi casi, invece, si tratta di persone che stanno attraversando la classica crisi di mezza età”, spiega Taylor. Mentre girano il paese alla ricerca di risposte, Burrows, l’incerto maniaco ossessivo e Siri, la cinica ragazza stanca del mondo, comprendono che ciò che spinge questi individui verso comportamenti apparentemente privi di senso è una componente di eroismo. In uno dei casi, un uomo di mezza età attacca un motore di un jet alla sua auto allo scopo di infrangere il record mondiale di velocità su terra. “Cosa potrebbe mai indurre un uomo ad un comportamento di questo tipo? Beh, è la stessa ragione che ha spinto l’uomo ad andare sulla Luna”, precisa Taylor . “In quel caso era la scienza a giustificarne le ragioni ma alla radice di un’impresa del genere c’era anche la voglia dell’uomo di riuscire a toccare quella cosa che per migliaia di anni aveva solo potuto vedere nel cielo. In ultima analisi fu un atto poetico”, chiarisce Taylor.

Il personaggio che accompagna Siri e Burrows viene identificato semplicemente come il “Cameraman” (Wilmer Valderrama). Si tratta di uno studente di cinema al quale Burrows permette di documentare le sue indagini. La funzione del cameraman all’interno della storia è duplice: fornire un punto di vista critico e soprattutto rappresentare la metafora della realtà odierna, invasa massicciamente dai media, che celebrano costantemente i successi delle persone famose, fortunate e ricche. Nella storia dell’umanità, ancor prima che la reality TV iniziasse a bombardare la nostra psiche, l’uomo ha sempre sentito la necessità primordiale di rendere la sua esistenza speciale, spesso a qualsiasi costo. Taylor si chiede cosa sarebbe potuto succedere a Beethoven, se da adolescente avesse potuto assistere costantemente, nel salotto di casa sua, ai successi di Mozart. Ne avrebbe tratto ispirazione oppure si sarebbe scoraggiato? “Tutti quanti si misurano con i migliori e molte persone si sentono anonime ed impotenti di fronte alle continue e massacranti immagini che ci piovono addosso dai media. Credo che molte delle reazioni di questi individui siano dovute alla loro necessità di ribellarsi ad un anonimato che li imprigiona”, precisa Taylor.