L’America celebra il settimo anniversario dell’attentato che ha gettato nello sconforto il mondo intero, l’attacco sferrato alle “torri gemelle”, commemorando per la settima volta in sette anni i quasi tremila morti: ieri, infatti, c’è stata una prima cerimonia religiosa nella chiesa di St. Peter’s, mentre oggi  cerimonia ufficiale a Ground Zero alla presenza dei due candidati alla Casa Bianca, Barack Obama e John McCain, nonché a Washington e a New York, a mezzogiorno, un minuto di campane a lutto, oltre che un minuto di silenzio a Wall Street. Intanto gli Usa proseguono nella loro imperterrita caccia a Osama Bin Laden, che rimane ancora l’uomo più ricercato del mondo, anche se, per stessa conferma di Washington, in sette anni l’unica volta in cui gli Stati Uniti sono riusciti a risalire a lui é stato nel dicembre 2001, quando ebbero conferma che il capo di Al Qaida si trovava a Tora Bora, regione afghana al confine col Pakistan. Ma a sette anni di distanza da quel tragico 11 settembre 2001, l’America ha mutato strategia, intensificando nell’ultimo mese, tra i monti dell’Afghanistan e del Pakistan, i voli del “Predator drone”, l’aereo-spia utilizzato nelle missioni più delicate: lo ha rivelato il “Washington Post”, parlando di militari americani di alto rango, che hanno riferito del triplicarsi delle missioni compiute dal “Predator drone”, rispetto al passato, dato che nel 2007 ne aveva fatte tre e adesso è arrivato a ben undici attacchi, quattro dei quali solo nell’ultimo mese, e tutti sferrati contro obiettivi di possibile rifugio per truppe di Bin Laden.