Un libro in cui si intrecciano passioni e canzoni, la politica e “dolce Enrico”, l’indignazione civile e in “questo mondo di ladri”, la sua città (e la sua squadra) e “grazie Roma”. Da oggi in libreria, L’Importante è che tu sia infelice (Mondadori), che prende il titolo da un anedotto che ci racconta lo stesso Venditti.  Quando comprai la casa a Trastevere ci portai subito mia madre, ma lei non varcò la soglia rimase a guardarla da fuori perché c’erano cinque scalini. Non che non potesse farli, piuttosto detestava l’idea che fosse stata pensata su misura per lei. Era una casa per me, un meraviglioso spazio per la mia vita senza di lei, quindi non andava bene. Me lo diceva  sempre “Antonello caro, l’importante è che tu sia infelice.