Ma orientatevi verso un tappetino… da mouse. Negli States quello della psicologia on line è un fenomeno ormai consolidato. Ma anche da noi è in costante crescita. Lo dimostrano le registrazioni degli utenti ai siti di psicologia che in un anno sono aumentate del 34%. I motivi? Facilità di consultazione, possibilità di ricevere risposte personalizzate gratuite o a prezzo contenuto, esemplificazione dei problemi più diffusi con tanto di consigli pratici per alleggerirli. Oltre alla garanzia dell’anonimato di chi si rivolge allo psicologo virtuale e alla sensazione di coinvolgimento data dai vari forum, che a modo loro, costituiscono una partecipazione empatica al disagio vissuto. Naturalmente si tratta di siti a scopo divulgativo, che non sostituiscono il ruolo dello psicologo in carne e ossa: per i disagi più gravi si invita infatti ad una consultazione concreta. E se la facilità del web spinge molte persone a rivolgersi allo psicologo virtuale, negli Usa ci si chiede la validità delle terapie suggerite via internet. A occuparsi in questi giorni della questione è il un’inchiesta del settimanale Newsweek. Chat-room private tra pazienti e terapisti a 40 dollari l’ora, 12 settimane di counseling per alcolisti a 1200 dollari o corsi di pensiero positivo in sei parti dispensati via mail per 9 dollari al mese: sono questi i nuovi modelli terapeutici in grado di curare le patologie psichiche più diffuse? Sebbene molti psicoterapeuti sostengano che internet non potrà mai sostituire la terapia effettuata di persona, c’è una crescente evidenza che la psicoterapia sul web possa rivelarsi efficace in molti soggetti. “Non sono ancora disponibili studi clinici importanti sull’argomento, ma ricerche preliminari suggeriscono che alcuni pazienti possono ottenere ottimi risultati tramite psicoterapie su internet, anche migliori di quelli potenzialmente ottenibili con un rapporto diretto col terapeuta”, spiega Aaron Rochlen, psicologo dell’University of Texas e autore di numerose ricerche sull’argom