Il 27 giugno Amalfi festeggia il Santo Patrono della città, Sant’Andrea. La ricorrenza è così sentita da essere celebrata due volte: nel giorno voluto dal calendario, il 30 novembre, ma anche all’inizio dell’estate. Come ogni festeggiamento religioso la Festa di Sant’Andrea ha radici antichissime e per questo la tradizione non rimane relegata ai luoghi di culto ma pervade la vita del paese, portando con sé una forte tradizione culinaria, legata ai prodotti locali. Per questo partecipare ai festeggiamenti di Sant’Andrea non è solo un modo per vivere l’atmosfera vera di Amalfi, ma è anche un’occasione per scoprire tutte quelle tradizioni, culinarie e non, che fanno della Costiera il luogo magico che è. Vivi questa magia e organizza il tuo soggiorno  visitando il sito HomeExchange.

Chi, guardando il calendario, si trovi un po’ perplesso dalla data in cui si celebrano ad Amalfi i festeggiamenti di Sant’Andrea non avrebbe tutti i torti: effettivamente la ricorrenza, cade ufficialmente il 30 novembre. Tuttavia Amalfi festeggia il tuo Patrono una seconda volta all’anno: il 27 giugno. Questa festa, profondamente radicata nel territorio, è una manifestazione della devozione degli amalfitani che affonda le radici nella notte dei tempi.

La storia narra che nel 1544 il Santo Apostolo compì un miracolo scatenando una potente tempesta che distrusse completamente la flotta del pirata saraceno Kair-Ad-Din, giunto per conquistare Amalfi. Da allora, ogni anno, gli amalfitani festeggiano e ringraziano il Santo con rinnovata devozione unendo al fervore religioso la tradizione locale.

Una curiosità: secondo la tradizione Andrea fu uno dei dodici apostoli di Gesù, fratello maggiore di Pietro. Già discepolo di Giovanni Battista, fu uno dei primi a seguire Gesù e proseguì ben oltre la sua morte predicando in Romania, Ucraina e Russia. Quel che forse in pochi sanno è che Andrea morì martire a Patrasso, crocifisso su una croce ad X. Da questa vicenda prende il nome la Croce di Sant’Andrea, il segnale stradale che viene posto convenzionalmente nelle vicinanze degli attraversamenti ferroviari.

La Festa di Sant’Andrea è quanto di più tradizionale ed intimo possa mostrare una città turistica come Amalfi: la statua argentea del Santo viene portata in processione per le strade cittadine, seguita da un gran numero di fedeli che intonano inni e preghiere al Patrono. Il momento clou della festa è senz’altro la corsa finale: al termine del giro la statua viene riportata al Duomo ed i portatori, tutti vestiti di rosso, salgono correndo la maestosa scala con l’accompagnamento musicale della marcia del Mosè in Egitto di Rossini e incitati dalla folla che si ferma ad ammirare lo spettacolo.

La tradizione nel piatto

Come è tipico, la tradizione religiosa non può prescindere da quella culinaria: in effetti Sant’Andrea, prima di essere una festa amata anche dai turisti, era una ricorrenza attesa dalle famiglie per portare in tavola piatti a base di prodotti locali, che volevano prima di tutto rendere omaggio al Santo. Se per la ricorrenza invernale Sant’Andrea viene soprannominato dagli anziani locali “o’sasicciaro”, per l’usanza di preparare un sugo al pomodoro rinforzato con salsiccia fresca, quella estiva porta con sé la frittura delle alici, servite tipicamente con una salsa chiamata “scapece” preparata con aglio, olio aceto, menta, sale e pepe.