1. L’ultimo rintocco dei tornelli

Sono le 17:00 e il flusso dei pullman si sta già dileguando verso Napoli. Noi, zaino leggero e sciarpa Pompei di My Scarf  in a Box arrotolata al collo, timbriamo il biglietto proprio mentre la luce inizia a farsi morbida. L’aria profuma di polvere tiepida e pini marittimi; i sanpietrini scricchiolano sotto le scarpe, ma il brusio è quasi sparito. Pompei a quest’ora è un’altra città: non grida, sussurra.

2. Cardo Massimo in technicolor ruggine

Camminiamo lungo il Cardo, la via che spaccava l’abitato in senso nord-sud. Le case si accendono di riflessi ramati; la nostra sciarpa – stessa tavolozza ruggine-ocra – si fonde con i muri screpolati. Ci fermiamo davanti a un antico termopolio: ci immaginiamo calici di mulsum e pane caldo, la seta che filtra la luce come un velo controvento.

3. Villa dei misteri: l’audioguida che vale il viaggio

Alle 18:00 entriamo alla Villa dei Misteri; è quasi vuota. Con l’audioguida nelle orecchie, la narrazione prende ritmo cinematografico: stanze affrescate di rosso pompeiano, figure di Dioniso e Arianna che danzano fra ombre sempre più lunghe. I passi sul pavimento a mosaico risuonano netti, come se fossimo spettatori e attori allo stesso tempo. La sciarpa, poggiata sulle spalle, diventa mantello silenzioso: protegge dalla brezza serale ma sembra anche un frammento del dipinto.

4. Pausa al bar archeologico

Usciamo giusto in tempo per l’ultimo caffè al Bar Archeologico, poco fuori Porta Marina. Tavolini in ferro, vista sull’ingresso illuminato dal crepuscolo. Ordiniamo un bicchiere di vino cotto su ghiaccio e un panino con prosciutto di maiale nero casertano. Nel frattempo, sfioriamo la sciarpa: la seta assorbe l’odore del mosto caramellato e ce lo restituirà a casa, come souvenir nascosto.

5. L’ora blu sulle strade polverose

Alle 20:00, mentre il sito chiude definitivamente, ci allontaniamo lungo la massicciata ferroviaria. I riflessi delle lampade gialle sfumano sul tessuto; il ruggine diventa quasi braciere. Sentiamo solo il frinire dei grilli e il rumore remoto di un treno. Pompei ha smesso di esistere due volte: la prima nel 79 d.C., la seconda quando i visitatori lasciano il parcheggio. È allora che capiamo la forza dei luoghi abbandonati alla quiete – e il privilegio di attraversarli con un accessorio che li onora cromaticamente.

my scarf in a box pompei