In vacanza pensavo di aver capito tutto.
Pensavo: “questo è il mio vero ritmo”, “non voglio tornare a correre”, “porterò con me questa calma”.
Facevo liste mentali sul lettino. Leggevo frasi che evidenziavo con l’anima.
Guardavo il cielo e dicevo “non mi lascerò più risucchiare”.

Poi è arrivato il primo lunedì.
E io, ovviamente, ho dimenticato tutto.

☁️ Queste sono le cose che pensavo. E che, forse, posso ancora recuperare.

  1. Posso dire di no senza fornire una scusa dettagliata.
    (Sulla spiaggia bastava dire “non mi va.” Adesso? Tre email per declinare una call.)
  2. Non tutto va risolto oggi.
    (Il sole scendeva comunque, anche se non rispondevo ai messaggi.)
  3. La fretta non è sempre efficienza.
    (Avevo giornate intere e facevo meno, ma meglio. E respiravo. Spoiler: respirare è utile.)
  4. Il corpo non è un ostacolo, è un’antenna.
    (In vacanza mi ascoltavo: fame, sete, sonno, pelle. Ora? Solo notifiche.)
  5. Mi piace fare niente.
    (Non “scrollare”. Niente. Guardare i gabbiani. Sedermi senza scopo.)
  6. Non ho bisogno di fare mille cose per meritarmi il tempo libero.
    (Il riposo non era un premio. Era parte del ritmo.)
  7. Posso svegliarmi senza toccare subito il telefono.
    (L’ho fatto. Due volte. E ho vissuto per raccontarlo.)
  8. La bellezza mi cambia l’umore.
    (Ogni tramonto mi ricordava che sono reattiva alla luce, al paesaggio, ai dettagli. Perché me lo dimentico appena torno?)
  9. Il silenzio non è imbarazzante.
    (Senza rumore, pensavo. Ora lo temo. Perché?)
  10. Non serve cambiare vita per sentirsi diversi.
    (Forse bastano 20 minuti di intenzione al giorno. O forse mi sto illudendo. Ma tanto vale provarci.)