Franco Venturini rilegge Goldoni, restituendo al pubblico una visione meno incipriata ed eterea della Commedia dell’Arte. Le femmine di Goldoni non sono le creature delicate e sentimentali che spesso hanno popolato le nostre scene, ma donne maliarde, furbe ed intelligenti che sanno il fatto loro. Come Rosaura, la vedova sicura di sé che riesce, grazie al suo fascino innato, a destreggiarsi abilmente tra i molti corteggiatori che le ruotano intorno. Si tratta di una messinscena particolare per toni ed atmosfere, tutta giocata sul ruolo centrale di Rosaura, la cui femminilità si trasforma in forza manipolatrice di destini e desideri maschili. La bella e scaltra vedova sa di piacere e per questo può scegliere tra i suoi quattro spasimanti quello che più degnamente potrà restare al suo fianco. Le sue affilate armi sono la seduzione ed il tranello. Intorno a lei e al suo gioco ammaliatore c’è quello delle altre furbe donne che l’accompagnano: come Marionette, la fidata cameriera, impegnata ad istruire Eleonora, l’impacciata sorella di Rosaura, alle migliori strategie amorose. Tra decolté rinvigoriti da gustose mele rosse e caramellose lezioni di seduzione, ecco spuntare l’Arlecchino poco manierato di Franco Venturini, una maschera impacciata e divertentissima di clownesca memoria. Messaggero di amorose ambasciate, ha l’aria un po’ tonta e frastornata di certe macchiette del nostro avanspettacolo. L’obiettivo del regista e attore Venturini, è restituire al teatro di Goldoni l’impatto diretto sul pubblico, ripristinando quella forza comunicativa che si è andata perdendo in allestimenti troppo eterei ed esangui, che nulla hanno a che vedere con una scena costruita appositamente per divertire il pubblico. Questa commedia ci fa sempre ricordare che Goldoni non è stato un pittore di maniera del ‘700 veneziano, ma l’affrescatore di una società vitale e ricca di contraddizioni che si presta perfettamente alla rappresentazione di caratteri veri e marcatamente istintivi nei loro aspetti più appariscenti. Roma.Teatro Flavio
via Giovanni M. Crescimbeni 19
Dal 10 dicembre 2010 al 9 gennaio 2011




