Partirà a Ottobre e avrà unadurata di nove mesi il Master per attori proposto dal CAFT – Centro AltaFormazione Teatro, ideato dal regista e produttore Emiliano Raya. Il Master,che punta a raffinare le capacità interpretative dei suoi allievi, si inseriscenel panorama della formazione recitativa come un’offerta di alto livelloconsiderando i docenti conivolti, tra i quali Piera degli Esposti. A capo delladidattica troviamo Massimiliano Bruno, uno dei più versatili autori del cinemae del teatro contempornaeo. Sceneggiatore e regista di successi come “Vival’Italia” e “Nessuno mi può giudicare”, Bruno è anche un grande attoreteatrale. Indimenticabile il suo monologo “Zero” in cui interpretava ben ottopersonaggi. Così abbiamo deciso di contattarlo per farci raccontare: questa suanuova avventura incentrata sulla formazione dell’attore, cosa ne pensa delrapporto cinema/teatro e i progetti a cui sta lavorando. Quanto è importante per chi vuole fare l’attore frequentare un corso direcitazione? Fermo restando che il talento nonlo insegna nessuno, la formazione è importante perché pone delle basi siaculturali che tecniche per poter affrontare le difficoltà di questo mestiere.La formazione è necessaria sopratutto quando si hanno docenti che ti insegnanol’etica di questo lavoro e che ti aiutano a capire perché vuoi intraprenderequesto percorso artisitico. La recitazione non deve essere uno sfogo delproprio narcisismo ma è necessario ridargli la dignità di lavoro. Affichè riottengaquesta dignità, l’attore deve formarsi investendo tempo e facendo la gavetta. Amoi miei allievi quando mi propongono di andare ad assistere a loro lavori. Larecitazione è un mestiere in cui fare aiuta a comprendere e a migliorare. Hai affermato che con i tuoi allievi seguirai un percorso legato alconcetto di decostruzione del carattere in quanto personaggio. Perché proprio questascelta?In Italia si va avanti percaratteri, siamo ancora vittime del Neorealismo. Attori italiani straordinari epluripremiati tendono ad essere sempre quel carattere, quella maschera. Vogliolavorare sul contrasto, sulla trasformazione. Bisogna essere diversi da ciò chesi è nel quotidiano. Altrimenti si rischia di fare sempre e solo quelpersonaggio. E verrai chiamato solo per fare quel personaggio. Spesso nelnostro cinema, sia per problemi di tempo che produttivi, l’attore lo prendi enon hai neanche il tempo di provarci. Così capita che il primo giorno di setvai dall’attore e gli parli del personaggio per la prima volta. Secondo te c’è differenza tra attore teatrale e attore cinematografico?In un mondo ideale si dovrebbepartire dal teatro. Il teatro ti disciplina e se sbagli sul palcoscenico sivede subito. Un attore prima si dovrebbe formare a livello teatrale in modo daessere talmente sicuro e forte da poter fare qualsiasi cosa. In questo paesenon è così. Se tu prendi alcuni tra i più famosi e giovani attori di cinemaitaliani e li porti sul palcoscenico, nella maggior parte dei casi risulterannodeludenti. Questo accade perché sono pochi gli attori che hanno frequentato unascuola o che provengono dal teatro. Alcuni tuoi spettacoli teatrali sono stati portati sul grande schermo. Quantoè complicata la trasposizione cinematografica di uno spettacolo teatrale? E’ difficile rendere sulloschermo quello che è stato a teatro. Secondo me quando scrivi un adattamentocinematografico devi avere il coraggio di rimettere tutto in discussione. Sonostati portati sul grande schermo tre miei spettacoli teatrali. Il primo,interpretato da Paola Cortellesi, s’intitolava “Cose che capitano” da cui èstato tratto il film “Tutto l’amore del mondo” che però era completamentedifferente dallo spettacolo teatrale. Il secondo è stato “Tutti contro tutti”di Rolando Ravello tratto in maniera fedele dal monologo “Agostino”. Questaestate è stato girato “Ti ricordi di me”, sempre con la regia di RolandoRavello, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale. Di quest’ultimo film non hocurato la sceneggiatura ma so che si discosta molto dal testo teatrale. Ritengoche la trasposizione cinematografica di una pièce resti un’operazione rischiosae anche molto complicata. Oltre all’impegno come docente del CAFT, a quali altri progetti stailavorando in questo periodo?Sto per iniziare a preparare ilmio nuovo film “Tutti per uno” che girerò nella prima metà dell’anno prossimo.Contemporaneamente sto scrivendo il soggetto de “Gli ultimi saranno gli ultimi”di cui scriverò la sceneggiatura a partire dalla prossima primavera.