Sala 1 a partire dalle ore 18,45 per il concorso italiano “Padiglione 22” di Livio Bordone con Regina Orioli ed Elio Germano. Cresciuta in una famiglia difficile, tra cattolicesimo esasperato, rapporti conflittuali e un fratello maggiore malato di mente, Laura non ha vita facile neanche da grande. Il suo rapporto con gli uomini e con la società sembra minato da un’infanzia infelice e così anche il ricordo dei genitori ormai scomparsi da anni si fa pesante. Ma la morte improvvisa del fratello malato di mente, che ormai vive lontano da lei, non sarà una liberazione, anzi. Alle ore 20,45 sarà proiettato il francese “Louise Michel” di B. Delephine e G. de Kervern. Una fabbrica nella regione francese della Picardia. Pochi mesi dopo una riduzione del personale, le operaie sono in allarme. Quel giorno, il direttore le convoca per una piccola sorpresa, un regalino con ricamato sopra il nome di ciascuna. Un dono che tranquillizza gli animi. Torna la speranza. Rientrando a casa, una decina di lavoratrici celebra l’avvenimento al caffè all’angolo. La mattina seguente, la costernazione: macchinari, uffici, tutto è stato sgombrato durante la notte. La direzione è scomparsa, con la complicità di una repentina nuova gestione. Disillusione totale. Le operaie sono radunate nello stesso caffè del giorno prima: la rappresentante sindacale annuncia la cifra che spetta a ciascuna, 2000 euro contro i quarant’anni passati a lavorare nella fabbrica. Scandalizzate ma realiste, decidono di mettere insieme tutto il denaro per finanziare un progetto di reimpiego. Alle ore 22,45 il film premio Oscar di Danny Boyle “The Millionaire”. Siamo al momento della verità negli studi dello show televisivo in India “Chi vuol esser milionario?”. Davanti ad un pubblico sbalordito, e sotto le abbaglianti luci dello studio, il giovane Jamal Malik, che viene dagli slum di Mumbai (Bombay), affronta l’ultima domanda, quella che potrebbe fargli vincere la somma di 20 milioni di rupie. Arrestato perché sospettato di imbrogliare, Jamal viene interrogato dalla polizia. Mentre ripassa le domande una per una, inizia ad emergere la storia straordinaria della sua vita vissuta per le strade, e della ragazza che ama e che ha perduto. Padroneggiando l’estetica e il “fondamentalismo” melodrammatico del cinema bollywoodiano, Doyle mette in scena un eroe virtuoso che (da tradizione) sconfigge il male e salva i deboli senza dimenticare di mostrare le fratture presenti nella società indiana, prodotte da un sistema nel quale sopravvivono forti disuguaglianze. Jamal è un ragazzo comune che decide di reagire alla propria condizione di impotenza spalleggiato dal fratello maggiore Salim, un “angryyoung man” alla Amitabh Bachchan dotato di carisma e potere. Duro, vendicativo e leale come l’idolo del cinema indiano degli anni Settanta, Salim è un delinquente di buon cuore che ha scelto la strada del crimine per reagire ai soprusi della metropoli. Danny Boyle interpreta e utilizza con competenza la musica, un’altra componente essenziale del cinema popolare e della cultura indiana. Sostenuto dal ritmo e dalle note di Allah Rakha Rahman, uno dei più grandi compositori indiani di soundtracks, il regista usa le canzoni in funzione narrativa, lasciando che la musica si fonda con le immagini, sottolineando e guidando le emozioni. Autore versatile, che attraversa incolume generi ed estetiche, Danny Boyle gira un film che riposa nell’alternanza del suo fortissimo e del suo pianissimo, in quella brusca scansione tra dolly sconfinati e scontri di classe, assoli sentimentali e crudeltà brutali. Tra il volo di una stella in elicottero e il tuffo di un bambino nella latrina più sporca (e lirica) di tutta l’India. In Sala 2 si parte alle ore 18,45 con “Gli anni in tasca” di Francois Truffaut. A Thiers, villaggio dell’Alvernia, quando l’anno scolastico è già oltre la sua metà, il Direttore della scuola media inferiore affida all’ insegnante Julien Leclou, misterioso gitano, che nasconde la sua situazione domestica persino a Patrick, il ragazzetto che per primo l’avvicina. Il 13enne Patrick, del resto, annaspa nei primi fervori sentimentali: si innamora della mamma di un compagno; riceve lezioni di gallismo da un ragazzo più grande e non ne sa approfittare; finisce per dare un maldestro bacio a una ragazzina quando si trova nella colonia mista d’estate. Altri bambini e bambine vivono i loro piccoli drammi.Si prosegue alle ore 20,45 con la replica di “Coco avant Chanel – L’amore prima del mito” di Anne Fontaine con Audrey Tatou. Alle ore 22,45 per il cinema australiano e neozelandese “Black Sheep” di Jonathan King. Henry Oldfield torna dopo quindici anni nel paese natale in campagna, terrorizzato dalle pecore a causa di un trauma subito da piccolo, Henry cede la sua parte della fattoria  al fratello Angus, che porta avanti alcuni esperimenti genetici su una mandria. Due ambientalisti ed animalisti, Experience e Grant, indagano sugli orribili studi compiuti da Oldfield e i suoi colleghi e, per incastrarli, rubano del materiale dal laboratorio, ovvero un agnellino, che durante la loro fuga, aggredirà Grant, morsicandolo… In Sala 3 alle ore 18,45 prosegue la retrospettiva dedicata a Pupi Avati con “Il testimone dello sposo”. Il 31 dicembre 1899 si prepara una festa di nozze in un villone della campagna emiliana, a Sasso Marconi. Figlia di un avvocato in difficoltà finanziarie, Francesca è costretta a un matrimonio di convenienza con un ricco possidente quarantenne che per testimone ha scelto il compaesano Angelo, da poco rientrato dagli Stati Uniti dove, sembra, ha fatto fortuna. Francesca lo vede ed è amore a prima vista. Dopo scarti e ribellioni, in chiesa pronuncia il fatidico sì, ma in cuor suo sposa Angelo, non l’odioso Edgardo. Alle ore 20,45 è la volta di Mike Leigh e del suo ultimo film “La felicità porta fortuna”. La storia vede protagonista una trentenne inglese di nome Poppy, maestra elementare dall’improbabile guardaroba anni Ottanta che affronta la vita con un sempiterno sorriso sulle labbra, non la smette mai di parlare, cerca di rallegrare il suo prossimo ma lo sfinisce anche un po’. La seguiamo nelle sue giornate, al lavoro, a lezione di flamenco dove accompagna una collega, ma soprattutto nei weekend, quando esce con le sue amiche fidate divertendosi un mondo e prende settimanali lezioni di guida da un personaggio che è esattamente il contrario di lei: burbero, iperquadrato, un po’ razzista, perennemente arrabbiato. Filmmaker britannico tra i più apprezzati e controversi del cinema europeo, Mike Leigh sceglie la commedia per tentare di alleggerire i toni della seriosa Berlinale e portare a casa l’unico premio che manca ancora nella sua bacheca. A quattro anni dal pluripremiato Il segreto di Vera Drake il regista torna a parlare di donne e vita vissuta con un personaggio a tinte forti, adorabile e goffo allo stesso tempo, che probabilmente in mano ad un’altra attrice avrebbe finito per risultare eccessivo. Sally Hawkins invece è straordinaria e rapisce l’attenzione dal primo all’ultimo secondo, saltando insieme ai suoi rumorosi braccialetti da un siparietto ad un altro senza pause. La sua interpretazione, fatta di buffe smorfie e battute a raffica, strappa più di qualche applauso e rimarrà certamente nella memoria e nella storia del cinema. Si ride, e anche molto, ma i momenti seri sono in agguato dietro l’angolo, narrati da Leigh con il suo solito humor e con una saggezza fuori dal comune. Un film contemporaneo Happy-Go-Lucky, realista e che invita al buonumore e alla riflessione, la storia di un piccolo universo di felicità che riconcilia con il Cinema. Definirlo eccezionale sarebbe poco. Infine alle ore 22,45 l’austriaco “Bluemoon”. Johnny Pichler si avventura verso le lontane propaggini dell’Europa orientale. Nel corso del viaggio, fugge verso la Slovacchia con Shirley, un’enigmatica bionda che ha trovato l’infelicità nelle stanze d’albergo. Poi la donna sparisce. Mettendosi sulle sue tracce, Johnny trova la sorella gemella, la tassista Jana, ostaggio del suo stesso passato nella città ucraina di Lviv, e Ignaz, uno sventurato tedesco dell’Est preso di contropiede dall’avvento dell’era post-comunista. Una storia d’amore che si mescola all’avventura e al mistero di una donna dal passato oscuro e misterioso e di cui il protagonista si innamora irreparabilmente. Un enigma che ricorda “La donna che visse due volte” di Hitchcock, ma la cui drammaticità e non solo nel senso teatrale del termine, è tenuta a debita distanza dall’intera storia, che a tratti assume contorni persino parodistici.