Il cocco è il frutto dell’estate, abbronzato fuori e candido dentro, dal profumo inebriante – riproposto persino nelle creme solari e nei latti doposole – e dalla croccantezza unica dei suoi bocconi venduti lungo le spiagge al grido di: “Cocco bello!”. Oltre alla polpa, commercializzata fresca o essiccata si possono facilmente acquistare l’acqua di cocco e il latte di cocco, due alimenti che discendono dallo stesso frutto ma hanno delle caratteristiche molto diverse. Vietato confonderli! Ecco perché.

Cos’è l’acqua di cocco
L’acqua di cocco è il liquido semitrasparente dal sapore dolce e leggermente acidulo che si forma all’interno delle noci del cocco ancora verdi, a circa sette mesi di maturazione. Senza glutine e senza lattosio, è poco calorica (meno di 20 kcal per 100 ml), priva di colesterolo, e contiene quantità irrisorie di grassi e carboidrati. Mentre è più ricca di minerali, quali potassio, magnesio, calcio e fosforo, e di vitamine: C e del gruppo B. È una bevanda rinfrescante che grazie agli zuccheri semplici e ai minerali compensa bene una eventuale disidratazione da spiaggia. Non è un caso che in molte regioni tropicali l’acqua di cocco venga somministrata in sostituzione alle soluzioni reidratanti per curare la dissenteria.

Come scegliere l’acqua di cocco
L’acqua di cocco si può trovare a scaffale pura (100% acqua di cocco), aromatizzata e addizionata di zucchero, oppure miscelata al latte di cocco. Spesso proviene da agricoltura biologica ed è inserita all’interno di brik in carta, più pratici ed ecologici rispetto alle confezioni in plastica. Essendo considerata un integratore per l’estate o per gli sportivi, l’acqua di cocco si può acquistare anche liofilizzata, da sciogliere in acqua alla bisogna o da portare in ferie senza ingombro. Anche in questo caso prestate attenzione ad eventuali aggiunte indesiderate.

Come usare l’acqua di cocco in cucina
L’acqua di cocco si presta perfettamente alla preparazione di cocktail alcolici e analcolici, smoothie, acque aromatizzate e granite, ma anche di budini leggeri e ghiaccioli fai da te. Gli abbinamenti più riusciti vendono protagonisti la frutta esotica, la polpa e il latte di cocco, la menta e la vaniglia.

Cos’è il latte di cocco
Il latte di cocco è denso, bianco e cremoso. In realtà è più simile alla panna da cucina che al latte anche per via dell’accentuata grassezza. Ed ecco spiegato perché le celebrities si fanno paparazzare sotto l’ombrellone in compagnia della dissetante acqua di cocco e non del ricco e corposo latte di cocco. Questo alimento dal sapore dolce e spiccatamente “coccoso” è ottenuto dalla spremitura della polpa grattugiata del frutto maturo che ha assorbito gran parte dell’acqua al suo interno.Il latte di cocco è privo di colesterolo e ricco di acidi grassi saturi, come l’acido laurico, che secondo alcune ricerche, ha effetti positivi sul senso di sazietà e sulla regolazione del colesterolo, oltre a svolgere un’azione antibatterica. Il carico calorico è elevato (circa 200 kcal per 100 ml).

Come scegliere il latte di cocco
Scegliere il latte di cocco non è così facile come sembra. Se si desidera una bevanda senza lattosio e proteine del latte dal sapore di cocco che possa sostituire il latte vaccino, la soluzione è il latte di cocco diluito con acqua di fonte, di cocco o mischiato ad altre bevande vegetali, disponibile a scaffale in formato da litro o da mezzo litro nella corsia dedicata. Quando invece l’oggetto del desiderio è il latte di cocco per cucinare, meglio puntare dritti alla corsia di supermercato dedicata agli alimenti “etnici”: lì troverete lattine o piccoli brik di latte di cocco. Fate attenzione alla quantità di grassi che distingue il latte di cocco “magro” con una percentuale inferiore al 10% dal latte di cocco “grasso” detto anche “crema di cocco” (dal 18% al 24% di grassi). Il primo è più adatto alla preparazione di frullati o per essere utilizzato come parte liquida nell’impasto dei dolci, il secondo per dare corpo e cremosità alle ricette. Il consiglio, in entrambi i casi, è di shakerare con energia la confezione perché la parte densa tende a salire in superficie, lasciando la parte liquida sul fondo.

Un altro fattore importante per la scelta del latte di cocco è la garanzia “cruelty-free” che metta il delizioso latte al riparo dallo sfruttamento del lavoro minorile e degli animali nella raccolta delle noci di cocco. Purtroppo questa è un’informazione non facile da reperire ed buona norma consultare attentamente il sito dei marchi di produzione prima dell’acquisto.

Come usare il latte di cocco in cucina
La cucina thai è maestra nell’usare il latte di cocco bilanciando perfettamente i sapori dolci, piccanti ed aspri abbinandolo al curry (dalla varianti più piccanti alle più agrumate), alla salsa di soia e alla salsa di pesce. Questi accostamenti danno vita a zuppe cremose, piatti di crostacei agrodolci e verdure saltate umide e speziate da abbinare al riso bianco o ai secondi piatti. Il latte di cocco è protagonista anche dei dessert, dai tradizionali budini orientali alle moderne cheesecake, persino in chiave vegana. E può compiere la magia: grazie alla ricchezza di grassi, si trasforma in panna montata. Dopo aver riposto la lattina in frigorifero per almeno 24 ore, basterà montare il suo contenuto con una frusta appena estratta dal freezer e la quantità desiderata di zucchero a velo.