Una bevuta interminabile gli è costata la vita. Dopo un mese di coma è arrivata la fine per un giovane di Berlino: un arresto cardiocircolatorio causato da 52 tequila consumate durante una serata passata con un gruppo di amici. Dopo questa penosa vicenda, in Germania ma anche nella restante Europa si riaprirà certamente il dibattito su un problema dilagante nel Paese, quello dell’alcolismo giovanile, e sulla necessità di controlli e leggi più severe per arginarlo. Ma è vero che i giovani stanno diventando sempre più una categoria a rischio? Dai recenti sondaggi pare proprio di si. Infatti i ragazzi di 16 anni che consumano abitualmente birra, vino e aperitivi alcolici sono aumentati passando dai 781.000 del 1998 agli 870.000 del 2001 e la crescita pare inarrestabile: il primo alcolico lo si consuma ad appena 12 anni. E appare in aumento anche la tendenza degli adolescenti di associare con troppa disinvoltura a vino e superalcolici sigarette o cannabis. L’appello arriva nella Giornata Nazionale di Educazione sul consumo di Alcol, promossa dal ministero della Salute per combattere gli abusi di alcolici tra i giovani.  Ma perché sempre più maggiorenni e non consumano abitualmente alcol in modo esagerato? Per sensibilizzare le persone su un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio, medici ed esperti fanno chiarezza su cosa è vero o no, sfatando luoghi comuni e falsi miti su alcol e dintorni, con qualche sorpresa. L’alcol rende più spigliati. Non è vero! L’alcol disinibisce, eccita, ed aumenta il senso di socializzazione anche nelle persone più timide, salvo poi, superata tale fase iniziale, agire come un potente depressivo.
L’alcol rende più sicuri. Non è vero! L’alcol provoca un falso senso di sicurezza, riduce l’attenzione e le capacità di vigilanza. Il non pieno controllo del comportamento produce una diminuzione delle percezioni del rischio e delle sensazioni di dolore rendendo l’individuo più esposto a gesti, manovre, comportamenti lavorativi molto rischiosi per se’ e per i colleghi.
L’alcol aumenta i riflessi. Non è vero! L’alcol provoca un iniziale stato di eccitazione, che riduce la percezione del rischio e la capacità di vigilanza; determina una sopravvalutazione delle capacità di reazione agli stimoli sonori ed auditivi e rallenta le capacità di elaborazione mentale.
L’alcol rende più socievoli. Non è vero! L’alcol disinibisce, ma rende anche maggiormente suscettibili ed irritabili, per cui non si accettano critiche sul proprio operato, si è meno disponibili al confronto producendo situazioni di scontro e di conflitto sia con i colleghi sia con i superiori. Quello che emerge da queste riflessioni è quindi uno scenario preoccupante e al contempo una situazione che deve essere monitorata costantemente: ovviamente qui non si parla di bandire né il vino e nemmeno il whisky e nemmeno di colpevolizzare consumi che, piaccia o meno, fanno parte della civiltà. Però sarebbe meglio limitarsi a consumare l’alcol, non esserne consumati.