Lo scontro politico esportato in terra di fiction: è l’ultima frontiera della contrapposizione tra Pdl e opposizione. Ad accendere l’ennesima miccia, alcune dichiarazioni del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel corso della sua visita alla Scuola Media “Falcone” di Villaggio Prenestino, periferia est della capitale, dove giovedì scorso un quindicenne romeno ha accoltellato un suo coetaneo italiano. Il primo cittadino ha spiazzato l’uditorio puntando l’indice contro “alcune operazioni culturali, come la serie tv “Romanzo criminale”, che non aiutano perché lanciano mode e atteggiamenti sbagliati.” Il popolare serial televisivo trasmesso da Sky, tratto dal bestseller del magistrato-scrittore Giancarlo De Cataldo e ispirato alle guerre di sangue della Banda della Magliana nei bui anni ’70, è stato uno dei campioni di Auditel della passata stagione, eguagliando – e forse superando – il successo del bel film omonimo diretto da Michele Placido. Una serie apprezzata per la crudezza e l’aderenza al clima infiammato descritto nel romanzo, che lo stesso Alemanno ha lodato per la qualità della recitazione: “buona la fiction, bravi gli attori, ma non vanno mitizzati questa realtà e questi comportamenti.” La denuncia si è velata di polemica anti-immigrazione, quando il Sindaco ha rincarato l’invettiva per quelle zone periferiche, come il Prenestino, ad alto tasso di stranieri residenti. Alemanno ha specificato che “non bisogna lasciare soli i ragazzi che, in questo tipo di contesto, al di fuori della scuola, si confrontano con una realtà difficile, dove si è registrato un forte aumento di popolazione legato anche all’immigrazione.”Immediate e molteplici le reazioni da ogni parte: Roberto Morassut, segretario del Pd laziale, ha esortato il Sindaco a non cercare alibi per il continuo insorgere di nuove emergenze sociali, difficili da prevedere e da arginare. Lo scrittore Giancarlo De Cataldo, pur apprezzando l’attenzione di Alemanno al problema criminalità, ha precisato che “nel dare la colpa a “Romanzo criminale” sbaglia bersaglio. La violenza si racconta perché esiste ma anche per un valore catartico, educativo.” A difesa della fiction è intervenuto anche Riccardo Tozzi, ex dirigente Mediaset ed ora produttore indipendente per Cattleya: “la tv semmai riflette quello che c’è in giro, non crea nulla.”