I medicinali possono realmente mettere a rischio la vita degli over65. Per questo i geriatri della Sigc, riuniti in Congresso a Firenze, hanno denunciato la scarsa e insufficiente assistenza offerta di servizi per la salute degli anziani in Italia, con una popolazione che ne conta circa 12 milioni. Al centro della questione l’uso improprio dei farmaci: gli esperti hanno calcolato che circa il 60-80% degli ultrasessantacinquenni assume almeno un farmaco e addirittura il 10% ne riceve cinque o più. Quelli più in voga sono i medicinali cardiovascolari e gli antipertensivi, seguiti dagli analgesici, dai sedativi e dai farmaci gastrointestinali, come lassativi e gastroprotettori. Secondo il geriatra Graziano Onder “I pazienti anziani  sono particolarmente suscettibili al rischio di reazioni avverse in considerazione della loro ridotta capacità di gestirli. Va inoltre sottolineato che la reale efficacia di quasi tutti i farmaci non è mai stata testata nei soggetti molto anziani affetti da più patologie contemporaneamente o che sono soggetti a regimi terapeutici molto complessi. Questo tipo di pazienti complessi è generalmente escluso dai grandi trial clinici sulla base dei quali è valutata l’efficacia dei farmaci e rappresenta un “buco nero” nella farmacoepidemiologia clinica”. A conferma dell’allarme lanciato, le recenti indagini pubblicate dalla letteratura scientifica internazionale, che hanno evidenziato come questa tendenza sia diffusa tra pazienti anziani che vivono a domicilio e in lungodegenza presso le Residenze Sanitarie Assistite. Infine, i geriatri hanno si sono soffermati sulle cause comuni d’errore, specie i difetti di conoscenza e le dimenticanze, e sulle misure cautelative a cui ricorrere. “Per contribuire ad evitare questi errori nella prescrizione dei farmaci” ha dichiarato il presidente del SIGG Roberto Bernabei “sarebbe auspicabile mettere insieme, attorno ad un tavolo, gli enti regolatori del farmaco, l’agenzia europea EMEA e la nostra AIFA, l’industria e le società scientifiche, in particolare i geriatri e i farmacologi, per studiare i farmaci che utilizzeranno gli anziani, in analogia a quanto già avviene per i farmaci pediatrici”.