Dove può portare un eccesso d’amore? Si può morire per amore? Impazzire per amore? Aracne, duplice protagonista di questo monologo, è le due facce della stessa medaglia: quella solare ed estremamente divertente e quella lunare, cupa e tormentata. Tutto ha inizio con una donna che dopo un’operazione al cervello, si sveglia con la netta sensazione di possedere quattro gambe. Ma questo sarà solo l’inizio di un percorso divertente e doloroso al tempo stesso, che porterà Aracne a scoprire le mai prevedibili carte della sua vita.“Aracne sfidò Pallade Atena, sostenendo di essere più abile di lei come tessitrice. La dea la punì, trasformandola in un ragno. Un mito crudele, come tanti miti greci. Una donna, dopo un’operazione chirurgica, si sveglia con la sensazione precisa e sconvolgente di possedere quattro gambe, anziché due.  Un fatto di cronaca incredibile, ma vero, come tanti fatti di cronaca. La storia di Arianna- Aracne, duplice e sfuggente protagonista di questo monologo, chiama a raccolta altro materiale mitologico, convoca i fantasmi di Edipo e di Elettra, sovrappone il Labirinto alla Ragnatela, gioca (senza precludersi passaggi grotteschi e tragicomici) con analogie e rimandi, cortocircuiti logici e verbali, immagini concatenate, per raccontare, di fatto, un grande amore impossibile.  Con un doppio colpo di scena finale, a rimescolare le carte e le identità, e non solo quelle dei personaggi. Il caso della “donna con quattro gambe” si è effettivamente realizzato in Svizzera, all’ospedale universitario di Ginevra, nelle prime settimane del 1998. E’ stato riferito sulla rivista “Archives of Neurology” dal professor Patrick Vuilleumier e dall’équipe di neurologi che procedettero all’asportazione del meningioma.  La sconvolgente percezione dei due arti fantasma, priva di precedenti clinici conosciuti, sussisté per una quindicina di giorni nella paziente, una donna svizzera di 64 anni. Per quanto la cosa possa risultare degna di nota, la donna era rimasta orfana di entrambi i genitori, periti in un incidente d’auto, quando aveva solo pochi giorni di vita. Ignoro se sia esatto, da un punto di vista medico e anatomico, attribuire un meningioma parasagittale alla meninge aracnoide, ma è chiaro che la suggestione era troppo forte e significativa per non venire qui utilizzata…”