Successo strepitoso al’Auditorium questo pomeriggio per il concerto eseguito dalla Sinfonica di Roma diretta magistralmente dal Maestro Edvard Tchivzhel. Artista di fama internazionale è considerato un “Master” con il suo modo di fare musica di polso attraverso un ‘intensa comunicazione.
Prova eccellente, infatti, l’esecuzione della Sinfonia n. 104 di Haydn che rappresenta il commiato (malinconico) del grande compositore dall’Inghilterra dove era stato accolto con gli onori riservati ai geni. Atipico, infatti, l’inizio maestoso, lamentoso che precede, come tipico dell’imprevedibilità di Haydn, un Allegro gioioso e sereno a cui segue un Andante caratterizzato dalla dolce melodia dei violini. Il Minuetto, spavaldo e trionfale precede il gran Finale, l’addio al pubblico londinese. Ispirato anche ad un periodo della vita personale di Čajkovskij la Sinfonia n. 4. Il compositore russo infatti per uscire da un esaurimento nervoso causato dal fallimento del suo matrimonio, decise di trascorrere un periodo di riposo in Italia e proprio qui compose una delle Sinfonie più toccanti del suo repertorio. La composizione esprime la condizione esistenziale di Čajkovskij dal tema del fato contrapposto ai brevi momenti di serenità, per tornare nel secondo movimento, Andantino, alla malinconia che ci assale a tradimento. Ma è nel Finale che capiamo: se non riusciamo a trovare la felicità dentro di noi, sarà la spensieratezza degli altri a farci dimenticare i drammi personali.