I risultati dello studio Espad (European School Project on Alcohol and Other Drugs) sull’uso di psicofarmaci tra adolescenti di 15-16 anni sono allarmanti. I dati, raccolti nel 2007, riguardano 35 Paesi. In Italia, che si colloca al quarto posto nella sconceratante graduatoria, lo studio è stato condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche su un campione di 10mila studenti.Ne è emerso che il 10% degli adolescenti italiani fa uso di tranquillanti e sedativi senza prescrizione medica. Un problema di cui soffre maggiormente il gentil sesso con una percentuale pari al 13% contro quella maschile del 7%, quasi il doppio della media registrata negli altri paesi (8% contro 5%). Solo nel 1995 il consumo di psicofarmaci tra i giovani aveva raggiunto un tale picco. Situazione che era andata migliorando nel 1999 e nel 2003, anno in cui era stato toccato il 6%. A guidare la classifica Polonia, Lituania e Francia-Principato di Monaco: in queste nazioni il 15% dei giovani intevistati ha ammesso di fare uso di tranquillanti e sedativi. Agli ultimi posti, con lo 0-2%, Armenia, Austria, Russia e Regno Unito.Dati preoccupanti, specchio della situazione in cui una minoranza dei giovani tende ad arenarsi, che spinge ad una riflessione. Se questi sono i dati raccolti nel 2007, cosa dovremo attenderci nel 2011? Ora che l’Europa, e non solo, sta affrontando un periodo di crisi, a quale destino adrà incontro quella parte della società più debole ed esposta come i giovani?Se poi si considera il cattivo costume ammesso dal 6% degli studenti internazionali, il 4% di quelli italiani, di mixare bevande alcoliche e farmaci alla ricerca dello “sballo”. Allora non possiamo fare altro che sperare per il meglio.