Anche lui alla fine ha ceduto: Fabrizio Bentivoglio, attore irriducibilmente cinematografico, approda in tv per un film in due puntate firmato Alex Infascelli, dal titolo Nel nome del male. In onda il 2 e il 3 giugno su Sky Cinema1, è la storia torbida di una tranquilla famiglia del Nordest, sconvolta dall’improvvisa scomparsa del figlio sedicenne. Bentivoglio veste i panni di un padre comune, piccolo imprenditore alle prese con gli screzi coniugali di routine e con le stranezze di un adolescente. Ma la fuga di Matteo lo obbliga a indagare nelle retrovie della quotidianità, in quel disagio diffuso (soprattutto giovanile) che alimenta il fenomeno inquietante del satanismo. La scoperta del coinvolgimento di un figlio nel mondo macabro delle sette viene affrontata nel film come una disfatta umana e personale, la detonazione di un equilibrio familiare più che la conferma di un male sociale.  “Ci sono stati i fatti di cronaca ma non ho mai approfondito veramente la questione – spiega Infascelli – tutto è un pretesto per raccontare un uomo e la sua famiglia. Mi sono focalizzato su di lui, volevo rappresentare la sua ignoranza del fenomeno da un punto di vista umano e non scientifico”. Tuttavia, dato il vezzo registico di pescare nell’horror, Nel nome del male non usa toni intimisti: è cupo e cruento come le altre, note, creature di Infascelli (Almoust Blue e Il siero delle vanità). Bentivoglio ha aderito al progetto tentato dalla storia e dall’ottimo cast (con lui recita, nel ruolo della moglie, Michela Cescon, mentre il giovane Matteo è l’esordiente Pierpaolo Spollon). Instradato sul filone “famiglia”, l’attore pensa già a un nuovo lavoro: la commedia di Genovesi Happy Family, con Diego Abatantuono. E sulla sua chiacchierata repulsione per la fiction, minimizza: “non è che per principio non la volessi fare: è che ero sempre impegnato con il cinema”.