«Nei film vengo usata, sfruttata da un regista, ma mi piace farmi sfruttare. Io mi fido. È tutto lì. Se ti lasci prendere dalla paura, non ti viene voglia di dare niente. Io mi fido e ho voglia di spingermi sempre più in là…». Charlotte Gainsbourg parla senza freni, nell’intervista di “Io donna”, del suo rapporto con il cinema. E con la vita, di figlia d’arte soprattutto.

«Le mie scelte non sono mai state professionali. È sempre stato tutto molto sentimentale. E prima del piacere che mi dà il lavoro, c’è sempre stato il desiderio di far parte di una famiglia. Ora è diverso, perché ho una famiglia mia e mi sono costruita come persona, ma da adolescente per me ogni film portava con sé una nuova comunità di adozione, un mondo io cui io esistevo. Tutti i figli d’attori hanno questo problema quando decidono di essere attori a loro volta…».

E ora la figlia del grande artista francese Serge Gainsbourg e dell’inglese Jane Birkin, nel nuovo film “Tre cuori”, porta in scena un triangolo, in cui lei è l'”oggetto del desiderio”, la donna che suscita passione. «Mi sento sempre fuori posto. Anche qui, adesso. C’è un abisso tra me e un’attrice vera come Meryl Streep. Lei comanda il suo talento. Io non lo so fare, né mi piacerebbe. C’è molta fragilità nella mia vita. Basta un nulla perché tutto cambi direzione».