Spesso di origine dolosa, gli incendi, secondo la maggior parte degli italiani, nascondono dei regolamenti di conti tra bande criminali o vengono appiccati dai proprietari dei terreni a caccia di speculazioni edilizie. Ma non bisognerebbe sottovalutare il ruolo dei piromani, come conferma l’arresto del tedesco Klaus Lichtenberg il 6 agosto nei pressi di Cosenza. Ma chi è il piromane?
Comunemente si pensa che sia il piromane a far nascere l’incendio,  invece è l’incendio che crea l’incendiario della tipologia del piromane – dice il Dottor Marco Cannavicci, psichiatra e criminologo – per le forti e piacevoli emozioni che la vista del fuoco che arde e che brucia è in grado di suscitare nella persona. Emozioni molto piacevoli che egli poi desidera rivivere e ripetere.
Si genera e si stabilisce così un circolo vizioso tra il fuoco ed il piromane per cui più lui vede il fuoco e più desidera appiccarlo. Possiamo dire che si crea, dopo un repentino “colpo di fulmine”, una specie di fortissima “attrazione fatale” che non si ferma di fronte a nulla, neanche di fronte al reato dell’appiccare incendi. Dal colpo di fulmine in poi il comportamento del piromane è obbligato, ripetitivo, ritualistico ed ossessivo. La tipologia del piromane – continua Cannavicci – rientra anche in una categoria psichiatrica: il disturbo del controllo degli impulsi. Tale disturbo comporta atti ripetuti e ricorrenti che scavalcano la volontà della persona, sostituendosi ad essa (…è più forte di me! – affermano).
L’integrarsi in questa tipologia psichiatrica include la piromania in una esclusiva base psicopatologica che cancella tutti i possibili moventi materiali o razionali.