La forza del testo è in una scrittura elegante ed incalzante al tempo stesso che impone agli interpreti ritmi vertiginosi, dando vita ad una cinica satira che scorre sotto il meccanismo degli equivoci. La protagonista femminile, Enrichetta, sopravvive da anni grazie alla relazione con due uomini sposati, situazione che riesce a sostenere mediante l’invenzione di una opprimente, fantomatica ed immaginaria madre che al momento opportuno interviene cacciando di casa l’uno o l’altro amante.  Tutto funziona alla perfezione finchè non arriva  in casa la sua amica del cuore, Anna,  disperata e decisa a separarsi dal marito. Da questo momento, l’appartamento diviene per i protagonisti il luogo deputato per poter distruggere ognuno la propria vita matrimoniale. Ogni  attimo potrebbe essere quello fatale, il gioco diviene con il passare del tempo sempre più appassionante fino a giungere ad un finale sorpresa. Per i personaggi, l’unico riferimento è il proprio vantaggio, senza prestare alcuna attenzione agli altri. In questo, Chiave per due è anche la satira di una società in cui un personaggio (Enrichetta) può dire in tutta serietà, riferendosi al fatto di avere due amanti: «Se non fossimo afflitti da questa grave crisi economica, ce la farei con uno solo».