Un grande maestro del teatro incontra dodici giovani attori, un progetto di alta formazione su una delle pieces più note e complesse del Novecento italiano, un modo per rivisitare un classico della prosa attraverso la sfida di lavorare con interpreti anagraficamente più giovani di quelli che il testo richiederebbe: queste sono le caratteristiche di Così è (se vi pare) diretto da Massimo Castri, regista che proprio con questo testo vinse un premio Ubu nel 1980, e che torna ora a Luigi Pirandello in questa nuova messa in scena, affrontando un progetto formativo organico e ritrovando quella sua antica e specifica propensione.  Lo spettacolo è infatti il risultato del corso tenuto alla scuola di Alta Formazione Teatrale – organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione col finanziamento del Fondo Sociale Europeo e della Regione Emilia Romagna – dal quale sono stati selezionati questi giovani artisti, già in possesso di esperienze significative, pronti dunque ad intraprendere il viaggio nell’universo pirandelliano. Così lo spettacolo ha scelto di prendere quasi la forma di una masterclass, per cui è stato possibile focalizzare il lavoro su un aspetto specifico della recitazione – il sottotesto – senza doversi preoccupare delle basi, un modo più profondo e specifico di affrontare insieme un lavoro che, al suo debutto, provocò nel pubblico “sconcerto, intontimento, esasperazione e sgomento.”  Così è (se vi pare), commedia in tre atti derivata dalla novella La signora Frola ed il signor Ponza, suo genero – infatti, dopo essere stata rappresentata per la prima volta nel giugno 1917 al Teatro Olimpia di Milano, fu modificata nel 1925, arricchendosi di nuovi effetti comici, proprio per fugare alcune delle preoccupazioni sceniche che erano emerse nella prima versione. Il testo mostra e contiene, come lo scritto originario, tutti i temi del teatro di Pirandello già formulati ed eretti a poetica sia nel saggio su L’umorismo che, in definitiva espressione, in Uno nessuno centomila. Protagonista uno dei temi più forti della visione pirandelliana del mondo: l’inconoscibilità del reale, a cui ognuno può dare una propria interpretazione e una propria verità senza per questo preoccuparsi di farle coincidere con quelle degli altri.