Se n’era sentito parlare sul finire del primo decennio del duemila, ma poi il silenzio, almeno in Italia, nonostante purtroppo continua ad essere un fenomeno su larga scala ed in crescita. Ha un nome poco familiare nel pubblico ma assai noto ai giovani, viene chiamato I-Doser, e si tratta di una droga virtuale, così almeno promettono numerosi siti che continuano a commercializzarla, perché si tratta di un tipo di “sballo”, fatto di musica o meglio suoni digitali in formato mp3, con i quali chiunque, specie gli adolescenti, possono “stonarsi” virtualmente, sparandosi nelle orecchie, per ore e ore, suoni particolari alla ricerca di effetti psichedelici. Nasce negli Usa a metà del decennio scorso e si é diffuso in ogni continente, specie in Europa, e quindi anche in Italia dove é stato sostanzialmente sottovalutato nonostante alcuni timidi allarmi, per così dire “istituzionali”, lanciati sul finire del decennio scorso. A sollevare il problema circa il fenomeno era stato il Nucleo speciale frodi telematiche della guardia di finanza che avevano messo sotto la loro lente d’ingrandimento le community online, blog e forum, i luoghi divenuti le zone virtuali di  “spaccio” della cyber-droga. Anche il Cnr se n’era interessato, pur rilevando che le “potenziali insidie sono ancora tutte da indagare”. Gli esperti del Centro Nazionale Ricerche che avevano iniziato a studiare il fenomeno avevano sostenuto che “A provocare il ‘trip’ sarebbero onde sonore, che si basano sull’effetto binaurale dei suoni, che stimola il cervello su frequenze bassissime, tra i 3 e i 30 Hertz (i cosiddetti infrasuoni), innescando le più diverse reazioni e sollecitando l’attività cerebrale in maniera anomala”. Vi é da precisare che già nel 2006 erano stati pubblicati dati scientifici a livello internazionale, ossia quando non si poteva immaginare che il fenomeno I-Doser, si sarebbe diffuso in maniera così esponenziale. Ed infatti, pur sottovalutata dalle istituzioni, esiste comunque una discreta letteratura scientifica internazionale che prova come queste onde abbiano un effetto sugli esseri umani ed in particolare tra i cosiddetti ‘binaural beats’ e sulle conseguenze sul sistema nervoso dell’ascolto di queste basse frequenze.