Ebbene sì, rassegnatevi, l’estate sarà impegnativa, soprattutto per i nostri piedi. Si sono viste sfilare in passerella e ai piedi di numerose star del cinema: sono loro, le zeppe, che per la prossima estate sono state proposte dai maggiori stilisti come un must di stagione e che, per essere davvero glamour, devono essere altissime, minimo dodici centimetri, un altezza che mette a dura prova il nostro senso dell’equilibrio. Sembra un vero e proprio ritorno agli anni ’70, quando gli zatteroni e le gonne larghe delle hippies rappresentavano una nuova sperimentazione nel campo della moda, ma, a ben vedere, la zeppa affonda le sue radici in tempi ben più lontani. Le scarpe con la zeppa infatti godevano di grande notorietà già nel 1600 e si chiamavano “chopine”. Pare che la moda fosse partita da Venezia, dove le veneziane fecero delle zeppe una sorta di status symbol, che le “elevava” dal resto del mondo e che rivelava la loro ricchezza e posizione sociale. Si trattava di una calzatura che aveva un’alta suola di sughero o legno che veniva poi ricoperta da velluto. Sopra si poteva anche indossare una sovra scarpa per proteggerla dal fango delle strade. Spesso avevano altezze ragguardevoli, tali da necessitare di un aiuto per camminare a chi le portava. Inizialmente vennero considerate un fatto bizzarro della città di Venezia, ma in capo a pochi anni divennero popolarissime in tutta l’Europa e specialmente in Francia e in Inghilterra. Riferimenti alle eccessive altezze delle chopine si ritrovano anche negli scritti di Shakespeare. Con l’età Vittoriana, che voleva la scarpa da donna piccola e femminile, la zeppa venne dimenticata per riapparire, con una struttura più pratica e moderna, negli anni ’30, durante il periodo del secondo conflitto mondiale. L’innovazione, rispetto alle antiche chopine veneziane, stava nel fatto che le zeppe ora avevano la punta del piede più bassa rispetto al tacco, ciò che rendeva la scarpa molto più pratica nel camminare. Il materiale utilizzato per queste calzature era il legno ma soprattutto il sughero che aveva le caratteristiche di leggerezza e facilità di lavorazione. In quegli anni apparvero i primi modelli davvero stravaganti e colorati e lo stilista che maggiormente contribuì con i suoi modelli a rendere popolari le zeppe negli anni a cavallo fra i ’30 e i ’40 fu Salvatore Ferragamo, di cui esiste addirittura un museo in cui è possibile ammirare moltissime delle sue creazioni. Di nuovo caddero nell’oblio per ritornare verso la fine degli anni ’60, ma il vero e proprio boom fu nel pieno degli anni ’70 quando le sperimentazioni nel campo della moda infransero tutte le regole preesistenti. Nel 1975 le zeppe erano talmente comuni e alla moda che anche gli uomini ebbero l’occasione di portarle, sperimentando così un nuovo modo di apparire. L’obiettivo era la continua ricerca dell’originalità che si tramutava in modelli giocosi, appariscenti e coloratissimi, con decorazioni di frutta, fiori, argento, colori brillanti, pelli scamosciate dalle mille tinte. La concezione della scarpa con la zeppa è poi evoluta fino a quella dei giorni nostri che, garantiscono gli stilisti, non è affatto scomoda da portare. La novità della zeppa di nuova generazione sta nel fatto che questa si stringe mano mano che va dal plantare alla suola, con il risultato che la superficie su cui poggia il piede è ridotta a pochi millimetri. Da cui un design più slanciato ed una scarpa più leggera; ma che ne sarà dell’equilibrio? Lasciamo a voi sperimentare quest ultimo punto, considerato che per la prossima estate 2006 esiste una ampissima scelta tra le varietà di modelli proposti dagli stilisti. Da quelle appariscenti di Moschino, con i lacci alle caviglie e grossi fiocchi rosa shocking sul davanti, a quelle raffinate di Chloé che hanno un cinturino che si chiude con una grossa fibbia sul collo del piede. Dolce & Gabbana le propone con stampe a fiori rossi su sfondo nero, Just Cavalli le presenta con colori accesi come l’arancione, il verde e il fucsia. Ruthie Davis le pensa tecnologiche, costruite con titanio e grafite e con un microchip nel tacco. Prada ha elaborato creazioni preziose, in fibra di cocco o in pelle di cinghiale con due cinturini ad incrocio allacciati sul davanti, ed il modello “palafitte” perché il suo tacco è composto da tante piccole colonne di midollino, una piccola opera d’arte. Non resta che sbizzarrirsi nella scelta dei colori, modelli e materiali e……..cominciare ad esercitarsi nell’arte della passeggiata con zeppa!