“Si suona così: con grazia plebea / le mani che sudano / ed offrono a noi, caro elisir, / l’arabesca impossibile…”. La firma è di Paolo Conte, l’arrangiamento è degli ‘Avion Travel’. Praticamente una garanzia di fascino, bellezza, arte quasi totale. Gli 11 brani di ‘Danson Metropoli’ sono quanto di meglio possa offrire al momento il mercato musicale nazionale (ma, probabilmente, anche internazionale). C’è da restare a bocca aperta al solo pensiero delle menti e delle mani che si sono messe insieme per partorire questo prodotto assolutamente unico: il genio di un inossidabile mostro sacro della canzone d’autore italiana che risponde al nome di Paolo Conte, e le qualità indiscusse che gli ‘Avion Travel’ posseggono nell’arrangiare e interpretare i brani, con l’abilità impressionante di Peppe Servillo nel cantare non solo i testi ma anche le sensazioni che questi trasudano, e la maestria di Fausto Mesolella nel far vibrare le corde, così come quella di Mimì Ciaramella nel battere le pelli e di Vittorio Remino nell’avvolgere di suoni bassi i brani (i quattro compongono la nuova formazione del gruppo, che ‘parte’ proprio dal disco in questione). “Il giudizio di Paride” è l’unico inedito del disco, sempre firmato da Paolo Conte: una rivisitazione del notissimo mito della bellezza da parte del cantautore genovese, con un tocco di malizia tutto napoletano che Peppe Servillo riesce a infondere in questo come in quasi tutti i brani. Già nel brano d’apertura ‘Danson Metropoli’, infatti, è presente quel modo assolutamente unico di cantare che riesce a far immaginare a chi ascolta le sensazioni che attraversano finanche il viso che la sua interpretazione gli disegna addosso. Una qualità rarissima negli attuali interpreti della canzone italiana, spesso abili solo nell’estensione vocale, il che li rende semplici artigiani di fronte ad artisti puri quali Servillo e gli ‘Avion Travel’ in generale, come anche – ovviamente – Paolo Conte. Genova e Napoli: da una simile commistione era naturale venisse fuori un prodotto di qualità. Il gruppo vincitore della 50esima edizione del ‘Festival di Sanremo’ col brano “Sentimento”, infatti, è probabilmente il miglior prodotto della musica partenopea presente sulla scena italiana: la musica napoletana molto spesso si presenta come ricca di vecchissimi stereotipi che spesso si rendono ridicoli agli occhi dei più, ma questa band è riuscita a farne un canovaccio preziosissimo per i suoi lavori, riuscendo a stendervi sopra un’abilità autorale e arrangiatoria degna dei più illustri artisti del mondo cantautorale.  “Sjmadicandhapajiee”, “Elisir”, “Aguaplano” sono fra i brani più belli scritti da Paolo Conte, e riascoltarli con questa nuova veste offre un valore aggiunto che forse nessun altro avrebbe saputo inventare. L’artista genovese è presente con la voce nell’ultima strofa “Elisir” (oltre che nella collaborazione a tutti i nuovi arrangiamenti), brano nel quale fanno capolino anche le corde vocali di Gianna Nannini. “A spintoni nell’attualità” canta Peppe Servillo dall’inchiostro di Paolo Conte: un’impressionante irruzione nel presente.