Conosciuta dal grande pubblico per essere diventata uno dei capolavori del giallo grazie al genio di Alfred Hitchcock che nel 1954 girò in 3D un film capolavoro, protagonista Grace Kelly, la commedia narra di Tony Wendice, un ex giocatore di tennis che ha sposato una donna bella e ricca. Con lei conduce una vita brillante e agiata. Questo equilibrio viene però messo in gioco dalla scoperta della passione che Margot, sua moglie, nutre per un americano: Mark Halliday. Il timore del divorzio, con la conseguente perdita del denaro, spinge Tony al delitto.  Avvicina un vecchio compagno di college, Swann Lesgate – divenuto un avventuriero con parecchie cose da nascondere – e, col ricatto, lo induce a uccidere Margot. Ma la sera fatale qualcosa non va per il verso giusto: Margot si difende e uccide il sicario. Tony torna a casa, trova il cadavere e improvvisa un nuovo piano. Mette nella tasca del morto una lettera d’amore di Mark a Margot rubata tempo prima. La polizia verrà così indotta a credere che la donna, ricattata da Lesgate, lo abbia ucciso per difendersi. Le cose vanno nel modo sperato e il tribunale condanna Margot all’impiccagione. Ma il commissario ha fiutato qualcosa…. Già spettacolo di grande successo – gradito da pubblico e critica, questo riuscito allestimento, riesce a fare tesoro delle atmosfere del cinema – in grado di costruire la suspence, per arricchirsi e sperimentare i tempi del teatro e quindi della recitazione di attori come Stefano Santospago, Marianella Bargilli e Raffaele Pisu, Massimo Cimaglia. Quello che mi ha affascinato in questo testo è la totale “amoralità” del protagonista ma anche di tutti gli altri personaggi – dice Gleijeses – una delle scene più belle è quella in cui, giocando al gatto col topo, Tony rivela al compagno di università Swann che lo ha seguito ininterrottamente per un anno e Swann apprende che una persona che gli era pressocchè ignota fino a dieci minuti prima è penetrata nella sua vita. In questo intrico di scale alla Escher, che ho chiesto a Ghiglia di progettare, si dipana un gioco al massacro contrappuntato dai fastidiosi e civettuoli chiacchiericci borghesi alla Doris Day  anni ’50 e, mentre galleggia la felice famigliola inglese, si annodano sciarpe per strangolare, si affilano forbici da affondare e si ingrassano corde per impiccare.