In occidente siamo abituati a considerare le alghe quasi come un “ornamento” del mare, in particolare in Italia l’idea che spesso si associa a questi vegetali è quella di una presenza che a volte disturba quasi. Si pensi al fenomeno della mucillaggine e a tutti i disagi che comporta. Le alghe di cui parliamo e che presentano innumerevoli virtù dal punto di vista nutrizionale sono quelle coltivate. In Europa il primato di acquicoltura spetta alla Bretagna. Esistono alghe di acqua dolce e di acqua di mare. Quelle di acqua dolce sono particolarmente numerose nei laghi di montagna o nei laghi caldi. Si trovano in commercio in forma fresca conservate nel sale marino o confezionate secche (disidratate appena raccolte), soprattutto nei negozi che vendono cibi biologici e nelle erboristerie. I paesi dai quali vengono importate sono Giappone, Scandinavia e Francia. Sulle proprietà delle alghe si potrebbe sintetizzare affermando che in miniatura sono una replica dell’ambiente salmastro nel quale vivono e del quale assorbono in un’elevata concentrazione tutte le sostanze minerali presenti. Innumerevoli gli aspetti positivi delle alghe, sono un’eccellente fonte di sostanze nutritive importanti per il funzionamento di tutte le attività metaboliche. Hanno proteine di alto valore biologico paragonabili a quelle di pesce, carne e uova. Ma la loro virtù principale è l’enorme ricchezza di minerali e oligoelementi tra cui lo iodio, presente da 100 a 1000 volte più che negli ortaggi di “terra”, calcio, da 8 a 140 volte rispetto al latte vaccino, magnesio e potassio, provitamina A, indispensabile per la salute di pelle e occhi, vitamine del gruppo B, che agevolano la trasformazione del cibo in energia, vitamina D, importante per la robustezza delle ossa, vitamina E dall’azione antiossidante e vitamina H, fondamentale per la bellezza e la salute di unghie e capelli. Notevole anche la ricchezza delle alghe di acidi grassi Omega 6, fattori della crescita e ferro, tutti elementi che rafforzano le naturali difese dell’organismo. A questo proposito è in corso uno studio presso la Harvard School of Public Health, per avere una conferma del fatto che il regolare consumo di alghe sarebbe alla base del basso tasso di cancro della mammella registrato nelle donne giapponesi, pari a circa un sesto di quello statunitense. La domanda più ovvia è: come fare a trarre beneficio dal consumo di alghe? Mangiarle una volta tanto non serve. L’ideale sarebbe consumarne 2-3 grammi al giorno regolarmente. Le alghe, dopo averle reidratate in acqua, danno un tocco di sapore in più ad ogni pietanza. Soffritte o stufate vanno ad arricchire primi, secondi e dessert. Il sapore delle alghe è sicuramente unico, a volerlo descrivere si potrebbe indicare un odore a metà strada tra i frutti di mare e le spezie. Le varietà esistenti in commercio si distinguono in base al pigmento che contengono in verdi, brune, rosse e azzurre. Agar agar, Kombu, Wakame, Nori, Spirulina, Dulse sono i nomi delle specie più utilizzate in cucina. La principale controindicazione al consumo di alghe è l’elevato contenuto di sodio, che rende molte specie inadatte per chi segue una dieta povera di sodio. Ma per chi non ha problemi in quel senso introdurre le alghe nel menu quotidiano è un ottimo investimento per la salute.