Certo che la pasta è ammessa nelle diete dimagranti! L’importante è capire quanta mangiarne e da quali altri ingredienti va accompagnata.

I consigli base

La giusta porzione

Gli alimenti a base di cereali forniscono i carboidrati, che, insieme a proteine e grassi, sono necessari per comporre un pasto misto e completo. Tra l’altro va ricordato che la pasta contiene anche proteine, minerali, vitamine del gruppo B e fibre (specie il tipo integrale).

Quali le porzioni consigliate? Nella nostra dieta consigliamo a pranzo la classica porzione di 80 g, che però si dimezza (o quasi) a cena o nel caso di minestre. Per semplificare conviene imparare a pesare con gli occhi o con qualche espediente pratico: ad esempio 2 bicchieri di pasta corta in genere equivalgono a 80 g. Oppure, quando si cucina per tutti, pesare la propria porzione di pasta cotta, avendo presente che quella corta raddoppia di peso (80 g crudi diventano circa 160 g) mentre quella lunga
(di semola) aumenta di 1,5 volte e 80 g diventano 200 g.

Così è più saziante

Perché una dieta funzioni, oltre a nutrirsi in modo sano è importante che ci si alzi soddisfatti da tavola. Pasti troppo light non saziano a lungo e si rischia di fare troppi spuntini o di arrivare affamati come lupi a cena col rischio di stramangiare. Al contrario la pasta, specie quella integrale, aumenta notevolmente il suo potere saziante quando viene arricchita dagli ortaggi, cibi quasi acalorici ma ricchi di fibre e di altre sostanze salutari. E poi l’aggiunta di elementi grassi come l’olio oppure il formaggio o i proteici legumi, comporta il vantaggio di allungare di un po’ i tempi digestivi. Un effetto utilissimo per rendere i pomeriggi meno a rischio di dolcetti e varie. A tutto vantaggio della linea.

Pasta e indice glicemico

Anche chi deve stare attento alla glicemia sanguigna, o segue un’alimentazione a basso impatto glicemico, non deve dire addio alla pasta ma è sufficiente che segua qualche accorgimento. Oltre a mettere nel piatto porzioni contenute, si consiglia di non consumare la pastasciutta da sola ma sempre insieme ad altri cibi, abbondando con gli ortaggi ricchi di fibre (come nei pasti misti proposti nei nostri menu) che modulano il rialzo glicemico post-prandiale. Da segnalare le paste alternative, come quelle di legumi oppure di pseudocereali quali quinoa o grano saraceno, che esercitano un effetto più blando sulla glicemia rispetto al grano. L’ultimo consiglio è quello di ricordarsi di scolarla al dente, visto che la pasta ancora un po’ croccante, come si mangia in Italia, ha un indice glicemico inferiore rispetto a quella molto cotta.

FONTE: CUCINA NATURALE