Il Progetto  è articolato in tre obiettivi principali: la ricognizione dell’esistente in termini di rete assistenziale per la costruzione della  mappa dei servizi sia pubblici che privati accreditati; la sorveglianza epidemiologica del fenomeno; l’analisi e lo studio delle evidenze scientifiche  sui trattamenti dei DCA.   In particolare nella Conferenza sono state illustrate la prima “mappa” completa dei Centri per il trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare in Italia (disponibile on line nel sito www.disturbialimentarionline.it)che comprende 158 strutture su tutto il territorio nazionale e l’attività di sorveglianza epidemiologica del fenomeno che ha coinvolto per un periodo di due anni cinque centri sentinella e ha condotto all’individuazione di 574 pazienti affetti da anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari. Il Sottosegretario Martini nel corso del suo intervento ha ricordato che i disturbi del comportamento alimentare interessano circa 3 milioni di persone in Italia e che anoressia e bulimia anche se restano disturbi a prevalenza femminile e adolescenziale stanno aumentando in modo esponenziale e preoccupante nei bambini in età pediatrica, soprattutto tra i 10 e i 14 anni, negli adulti sopra i 40 anni, nonché nella popolazione di sesso maschile.  “La difficoltà nell’approccio al trattamento dei disturbi del comportamento alimentare – ha detto il Sottosegretario Martini- è legata innanzitutto a due grandi criticità: la prima è  nel fatto che coloro che ne sono affetti non si considerano malati e quindi non vogliono curarsi perché hanno una errata percezione del sé e della propria massa grassa in rapporto al peso, quindi passa molto tempo tra la manifestazione della malattia e la diagnosi vera e propria e questo crea ritardi nella cura con ricadute sulle possibilità di guarigione.  La seconda criticità è nella difficoltà oggettiva a trovare i Centri più adatti alla presa in carico del paziente. Quindi, tempi troppo lunghi sia nella diagnosi che nel trattamento e su questo dobbiamo intervenire perché le possibilità di guarigione sono sempre legate al tempo intercorrente tra la diagnosi e la cura. Elaboreremo delle Linee Guida da presentare alle Regioni per  velocizzare l’accesso alle cure delle pazienti con disturbi del comportamento alimentare. Lancio un appello alle Regioni affinchè giungano ad un accordo che faciliti la mobilità dei pazienti tra le Regioni, e  consenta di snellire l’iter burocratico per giungere nella struttura più adeguata.  Molte pazienti con cui ho parlato hanno infatti posto l’accento sulle difficoltà che hanno trovato quando nella propria regione mancano Centri specializzati nel trasferirsi in altre per essere curate adeguatamente. La mappatura dei Centri italiani che abbiamo realizzato con il Ministero della Gioventù e la regione Umbria vuole essere un servizio per i pazienti e per le loro famiglie, per i medici di medicina generale  e i pediatri di libera scelta al fine di  fornire un’adeguata informazione sui Centri più vicini al luogo di residenza, ma contestualmente è per noi un valido strumento per conoscere le possibilità di cura offerte dal territorio e valutare lo sviluppo della rete dei Centri in un ottica di equità di accesso alle cure per tutti”.