Antipolitica. Sono tutti lì ad indicare il demone che con la forca pare stia torturando il quieto vivere dei palazzi, il giusto lavoro di chi pensa al Paese che qualcuno ancora riesce ad apostrofare “Bel”. Antipolitica. Se le cose vanno male è colpa dell’antipolitica. E allora si comincia a cercarla, a setacciare i luoghi dove si sospetta possa annidarsi. Il web!, anzitutto. Il web: molti lo additano come nemico della cultura, e se la cultura è il nido della politica allora il web è nemico della politica. Dunque il web: e chi nel web mostra di essere pericoloso? Tutti quelli che bollano con male parole l’operato dei politici, tutti quelli che scendono in piazza e usano il “vaffa”…                                            Discordanza: e se le malaparole vengono proprio dai politici che si dicono additati e che riconoscono in chi li addita un malvagio e nel suo linguaggio il germe del terrorismo?… È accaduto che giorni fa in una importante manifestazione a stelle e strisce, in quel di New York, un noto politico italiano è stato contestato da una decina di manifestanti che, in maniera pacifica e bonaria, mostravano solidarietà ad un uomo di legge attualmente nell’occhio del ciclone. Il politico contestato ha reagito con un eloquente “vaffa”, e in più ha dato degli “str…” allo sparuto gruppetto. È accaduto anche che illustri politici non al governo abbiano apostrofato chi attualmente è al governo con parole del tipo “buffoni”, “tromboni”, “cogl…”, e sono dichiarazioni fatte a giornalisti neanche due mesi fa, dichiarazioni reperibili su recenti agenzie di stampa. Come si riconosce perciò l’antipolitica? Discordanza seconda: e se a scendere in piazza si viene invitati dai politici stessi, e più che con il “vaffa” con il fucile? Perché è accaduto pochi giorni fa che un illustre politico ha comunicato ad una folta platea di disporre di migliaia di uomini pronti alla lotta, e qualche giorno prima aveva auspicato l’uso del fucile per la lotta. Certo, alcuni suoi sodali hanno detto di minimizzare quelle parole, ma a questo punto la confusione è inevitabile. Ed è inevitabile anche una domanda: dove sta l’antipolitica? Giorgio Napolitano, da Pisa, in merito all’importanza dell’istruzione superiore: L’interesse generale oggi purtroppo è poco avvertibile nelle contrapposizioni della politica e nelle ondate dell’antipolitica. Così il Presidente della Repubblica ha inquadrato il problema dell’istruzione che sembra diventata carente in Italia. E allora si ritorna al problema di cui sopra, e sembra di assistere allo spettacolo di un cane che si morde la coda: perché se molti dicono che il web è nemico della cultura e che nel web, proprio per questo, si annida l’antipolitica fatta di maleparole e istigazioni alla piazza, com’è che proprio i politici (che la politica la fanno) usano a mani larghe maleparole e istigano senza preoccupazioni alla piazza e alla lotta? Allora l’antipolitica è in realtà l’anti-antipolitica?… No, sono concetti troppo complessi: forse la politica è fatta per chi vuol evitare di capirla, di modo che, non capendola, non possa essere tacciato di andarle contro e fare l’antipolitico…