“Mio vecchio amico di giorni e pensieri da quanto tempo che ci conosciamo,venticinque anni son tanti e diciamo un po’ retorici che sembra ieri. Invece io so che è diverso e tu sai quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato: io appena giovane sono invecchiato, tu forse giovane non sei stato mai…”. Così cantava Francesco Guccini , celebrando con versi straordinari tutta la ricchezza dei sentimenti puri che legano i veri amici nella “Canzone per Piero”.  E l’amicizia come motivo di ispirazione poetica ha una storia di ben nota distanza temporale: Eurialo e Niso nel poema virgiliano, Cloridano e Medoro in Ariosto, fino ai più attuali Konradin e Hans ne “L’amico ritrovato” di Fred Uhlmann o Henrick e Konrad ne “Le braci” di Sandor Marai, sono solo alcuni degli esempi di coppie di amici rese immortali dalle letterature di tutti i tempi. E poi ci sono quegli amici che con i loro dubbi, le loro inquietudini e i loro sogni condivisi, costituiscono uno specchio molto vicino alla nostra voglia di estraniarci dalla realtà meccanica dell’Italia moderna.Come Mario e Guido, compagni di liceo, così diversi da essere speculari. Mario è un osservatore prudente, impaurito e attratto dalla vita, alla cauta ricerca di se stesso. Guido invece ha un carisma irresistibile, un’immaginazione bruciante, un coraggio che sconfina nell’incoscienza; sa benissimo chi è, e non è disposto a scendere a compromessi con nessuno. Nonostante queste differenze, o proprio grazie a esse, l’amicizia tra i due si sviluppa come un fuoco negli anni Sessanta e continua attraverso i Settanta e gli Ottanta, tra manifestazioni studentesche e amori, viaggi di scoperta e lavori, successi e delusioni, fino alle soglie di una maturità difficile da conquistare. La loro è una  straordinaria e indimenticabile amicizia che non viene distrutta dalla distanza, ma che si alimenta con il trascorrere degli anni e nonostante i diversi modi di vivere e sentire. E che ha il potere di rappresentare le due parti contrastanti di una stessa persona. Dopo vent’anni dalla prima pubblicazione, “Due di due” è ancora l’opera decarliana della scelta di due percorsi di vita complementari che si snodano attraverso l’amicizia propriamente detta, specie quando il benessere produce quell’alienazione sottile che rende consapevoli e tacitamente disagiati.Due di due
Andrea De Carlo
Bompiani