Prodotto dal Teatro Mercadante Stabile di Napoli in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino è un allestimento ricco di fascino, non solo per la coinvolgente interpretazione degli attori – Frédérique Loliée, Maria Grazia Mandruzzato, Moira Grassi, Gabriele Benedetti – ma anche, e soprattutto, per la qualità globale del progetto che nasce da un’idea del regista Andrea De Rosa (a lungo assistente di Mario Martone) e da un mago del suono come Hubert Westkemper, che da anni cura l’amplificazione delle voci e dei rumori negli spettacoli di Luca Ronconi. E’ un’esperienza del tutto nuova quella che vivranno gli spettatori: un allestimento particolare prevede infatti la loro sistemazione (sono 130 i posti disponibili a replica e la prenotazione è obbligatoria) su una tribunetta appositamente disegnata e adattata alle dimensioni del Marrucino. La vicenda viene seguita attraverso un’ampia vetrata: il pubblico vedrà lo spettacolo dal vivo, ma lo ascolterà attraverso un sofisticato sistema di cuffie stereofoniche per mezzo di una tecnica di ripresa del suono detta olofonica. Questo sistema permette di avere una percezione dello spazio molto dettagliata e sorprendentemente realistica, che dà la sensazione di un’immersione totale nello spazio scenico, in modo che il dramma dei figli di Agamennone possa arrivare direttamente nell’interiorità degli spettatori. Elettra è uno spettacolo che suscita nuove emozioni e nuove domande sul senso del tragico, una intensissima versione di un testo tra i più sanguinari del repertorio Classico. Il tempo sembra bloccato, tutto è immobile, da anni, le azioni si ripetono sempre uguali, i riti si sono svuotati di senso, le parole faticano a trovare una strada. Come nell’Elettra di Sofocle, cui questa è direttamente ispirata, si attende o si teme l’arrivo di Oreste, che verrà un giorno per uccidere la madre, Clitennestra. Ma il senso greco dell’ordine da ristabilire, che si accompagna a questa azione, si è come indebolito, si fa fatica a credere che egli verrà davvero, si stenta a ricordare perché. In questo tempo sospeso, i personaggi sembrano guardare in uno specchio rovinato ed opaco: aguzzano la vista, nella speranza di rintracciare un’origine. Il senso di nostalgia per la purezza di quella immagine, il dolore che si scopre con la sua perdita, l’incapacità di trovare le parole giuste per raccontarlo, sono gli elementi chiave per la messa in scena del testo. Lo spettacolo sarà replicato con il seguente calendario: giovedì 20 e venerdì 21 alle ore 21.00, sabato 22 alle ore 17.00 e alle ore 21.00, domenica 23 alle ore 27.00, lunedì 24 e martedì 25 alle ore 21.00. Per ogni replica 130 posti disponibili, la prenotazione è obbligatoria al numero 0871.330470 (negli orari di apertura del botteghino).