La vodka, tradizionalmente è prodotta dalla distillazione di frumento fermentato. Ma può essere realizzata anche con altri cereali e semi, come il farro. Il risultato è Eyva Vodka al farro di montagna. Viene prodotta nell’ampio Vallone di Saint-Marcel (una valle laterale della Valle d’Aosta), a 1400 metri di quota. Qui troviamo “Acqueverdi”, una sorgente di acque dal colore turchese. Un’ acqua magica che dai monti precipita a valle, fino alla distilleria La Valdôtaine dove dal 1947 vengono distillati in alambicchi di lucido rame lavorato a mano, infusi di erbe antiche e semi di cereali.

Cereali come il farro che coltivato in montagna e poi leggermente tostato, concede a Eyva Vodka, un gusto inimitabile. Puro o miscelato per realizzare famosi cocktail come il Bloody Mary, il distillato de La Valdôtaine, può impreziosire anche le vostre pietanze, fungendo più da spezia che come un vero e proprio ingrediente. Aroma ideale da aggiungere ai sughi, si accompagna sia ai piatti a base di pesce, sia a quelli a base di verdure. E che ne dite di fiammeggiare la carne o aromatizzare il pesce prima di cuocerlo al forno?

E a proposito di farro…Facciamo un passo indietro

La coltivazione del farro si perde nella notte dei tempi. Originario della Palestina, il farro conobbe una lunga, fortunata stagione sia in Egitto che a Roma. Ne furono trovati resti preistorici in Germania e ad Aquileia, nonché in alcune tombe risalenti all’età dei faraoni.

La letteratura biblica, araba e greca più antica parla di questo cereale come di un nutrimento abituale per gli esseri umani e di un’offerta preziosa per le divinità. Al farro dobbiamo il termine di farina e quello di polentoni affibbiato ai romani, grandi mangiatori di puls, la minestra di farro e cereali prediletta anche dai greci. Il Corpus juris civilis dell’imperatore Giustiniano (528 d.C), prevedeva l’istituto della confarreatio, cerimonia religiosa che si svolgeva alla presenza di dieci testimoni e che veniva compiuta come un sacrificio a Giove Farreo usando un pane di farro. Si ricorreva alla confarreatio anche in occasione dei matrimoni, in quanto serviva a far entrare la donna nella famiglia del marito.

Con l’avvento del grano nell’area del mediterraneo (tra il VI e il V secolo a.C.) diminuì l’uso del farro che rimase comunque l’alimento basilare per le truppe e per la gente di campagna. Il frumento progressivamente lo soppiantò perchè si coltivava più facilmente e la sua farina si lavorava in modo più agevole. Caduto in disuso nel Medioevo, il farro è stato riscoperto di recente.