Il governo s’impegna, nei prossimi 24 mesi, a definire l’autonomia finanziaria di Comuni, Province, città metropolitane e Regioni, come prevede l’articolo 119 della Costituzione.  Il ministro Tremonti, quindi, dichiara che il federalismo fiscale è una riforma “obbligata”, ma non solo: poiché ci sono regioni più ricche ed altre più povere, il nuovo sistema fiscale sarà volto a creare un sistema di compensazione, per garantire, comunque, una media distribuzione della ricchezza.  La riforma, infatti, eviterà, così, anche un mare di sprechi e punterà a “responsabilizzare i centri di spesa” (gli enti locali), alla trasparenza dei meccanismi finanziari e al controllo dei cittadini sugli eletti e sui propri amministratori pubblici.

Strumenti del federalismo fiscale, dunque, saranno una Commissione paritetica, con il compito di riordinare l’ordinamento finanziario di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni, tramite ricerche ed elaborazione di dati su finanze e tributi, nonché una Conferenza permanente, per “monitorare eventuali scostamenti dagli obiettivi di finanza pubblica, verificarne attuazione ed efficacia” e “proporre criteri per il corretto utilizzo del fondo perequativo”, ovvero una parte di Irpef, Irap e Iva, versata alle Regioni, sarà girata in un canale destinato “ai territori con minore capacità fiscale per abitante”.