Sono nate ben prima dei dinosauri, ma durante il periodo giurassico le felci erano le regine del mondo vegetale e superavano anche i 10 metri. Oggi hanno mantenuto intatto tutto il loro fascino, perché negli ultimi 300 milioni di anni hanno saputo evolvere e differenziarsi. E negli ultimi anni gli ibridatori le hanno aiutate creando sempre nuove varietà. Come tutte le piante antiche anche le felci sono piuttosto esigenti: per prosperare e riprodursi hanno bisogno delle condizioni ottimali. Ecco cosa dovete fare per accontentarle sia indoor che outdoor.
Felci da appartamento
In casa l’ideale sono quelle che arrivano dalle zone tropicali. Quelle che si riescono ad ambientare nei nostri appartamenti in genere provengono da aree dove la temperatura media si aggira sui 20-25 gradi. Nel tempo sono state selezionate le specie più belle e resistenti alle malattie, come la felce di Boston, il capelvenere, o la felce azzurra. Anche se amano l’ombra, in casa mettetele nella zona più luminosa, perché le finestre filtrano gran parte della luce. Niente sole diretto però, potrebbe bruciare le foglie, i vetri infatti fanno da lente e potenziano l’azione dei raggi solari. Tenete queste piante lontane dalle fonti di calore e spruzzatele spesso con acqua. Nella maggior parte dei casi basta buon terriccio universale, ma chiedete sempre al vivaista perché alcune specie sono acidofile. Vanno fertilizzate periodicamente con un concime per piante verdi, dimezzando la dose scritta sull’etichetta. Un modo originale per valorizzarle è metterle in un vaso alto, o appoggiato su un mobile, in modo da poter vedere la felce in tutta la sua altezza, offrendo così una prospettiva particolare e molto naturale.
Comincia dalla felce di Boston
La Nephrolepis exaltata, così la chiamano i botanici, crea un cespuglietto molto armonioso ed è una delle più facili da coltivare in casa. In più aiuta a purificare l’aria assorbendo gli odori e molti inquinanti, come la formaldeide. I nostri appartamenti per lei sono spesso troppo secchi, un trucco per farla star bene è metterla in un vaso grande, leggermente più ampio della superficie della loro chioma. In questo modo l’umidità della terra, evaporando, mantiene le foglie idratate. Da aprile alla fine dell’estate può stare anche all’aperto, ma anche in questo caso va tenuta rigorosamente all’ombra. In questi mesi è particolarmente importante concimarla e mantenere il terreno sempre leggermente umido.
Le felci da esterno
Quelle adatte al clima italiano devono saper resistere al caldo e al freddo. La posizione è particolarmente importante, dedicate un po’ di tempo a trovare l’angolo giusto, questo vi garantirà piante belle e resistenti alle più comuni malattie: cocciniglie, acari e funghi. Se avete un balcone sempre in ombra o un angolo desolato sotto gli alberi queste piante possono davvero fare la differenza. A parte poche eccezioni amano i luoghi umidi e immersi in un’ombra perpetua. Al massimo possono tollerare la mezz’ombra, ma mai il sole delle ore più calde. Crescono bene anche in vaso, purché il vostro terrazzo sia esposto a nord o a est e non troppo chiuso, amano il fresco della notte e la rugiada del mattino.
Il terreno deve essere ben drenato e ricco di sostanza organica vegetale. Usate pure del terriccio universale, ma arricchitelo con sfalci d’erba, foglie o cortecce e mantenetelo sempre umido. Non temete non serve bagnarlo spesso, perché le felci non consumano molta acqua e in giardino possono anche diventare autonome. Se le coltivate in vaso invece dovete concimarle con una dose dimezzata di fertilizzante per piante verdi in primavera e potarle con l’arrivo dell’inverno.
Prova una Dryopteris sieboldii
È una felce un po’ insolita perché le foglie sono consistenti e coriacee, ma crea un cespuglietto davvero armonioso, che conferisce un mood elegante e tropicale in qualsiasi situazione. È un sempreverde originario del Giappone e di alcune aree della Cina, dove cresce in collina. Sopporta quindi molto bene il freddo dell’inverno ed è una specie robusta e resistente. L’unico difetto è che cresce un po’ lentamente, quindi cercate di trattare bene le chiome esistenti.