Mia madre mi ha voluto con determinazione, con accanimento. Mi ha atteso caparbiamente per anni. Al momento buono ha saputo prelevarmi dal mondo degli angeli con una tale disarmante risolutezza che nemmeno il Creatore ha saputo dirle di no . Lei mi ha insegnato ad amare le donne, anche se con molta cautela. Lo ha sempre detto Lei che “sono tutte uguali”: dai loro un dito e quelle si prendono tutto il braccio. E della validità della sua tesi, Lei stessa si è proposta come l’esempio più convincente». In conclusione, Sergio Vespertino, sembra volerci dire che sotto il grembiule di ogni mamma c’è il ricordo di una ragazza scapigliata e un po’ egoista che si è trasformata – in virtù di una predisposizione del tutto particolare – in “angelo del focolare.  Così Sergio Vespertino, presenta ed introduce l’esilarante monologo sulla “storia di tutti noi, figli di mamme siciliane”.Un omaggio alle mamme, da italiano tipico, ma anche un ridere e sorridere su tratti della vita di ognuno, una riflessione semiseria sul rapporto figlio-madre.La fisarmonica che l’accompagna, il suo campionario mimico, il grammelot siculo-italiano, arrivano diretti al pubblico che inevitabilmente viene coinvolto da questo nuovo istrione palermitano tutto da scoprire.