Franssou (Isabelle Carrè) eredita 50.000 euro, non sapendo come spenderli, decide lasciare Parigi alla volta della Costa Azzurra. All’Hotel Carlton di Cannes incontra Stéphane (José Garcia) “organizzatore di partite a carte, che cerca di vendere delle case non sue a persone che non sanno che farsene del denaro. Fa ridere ed è gentile con tutti, a suo modo è un gentleman”. Franssou è subito attratta da questo insolito personaggio. A colpirla sono il suo buonumore, la sua capacità di trarsi sempre d’impaccio nonché di cacciarsi nei guai. Stéphane al quale interessano solo i soldi di Franssou, la coinvolge nella truffa ai danni di René (Francois Cluzet) un ex-pilota di Formula Uno scampato ad un brutto incidente stradale che gli ha fatto perdere qualche rotella.

Hotel a Cinque Stelle, nonostante sia basato sul cliché della ragazza ingenua che incontra un uomo interessato ai suoi soldi, risulta coinvolgere lo spettatore grazie a dialoghi serrati e battute al vetriolo. Al suo settimo lungometraggio, Christian Vincent, che nella vita non si ritiene divertente, ha trovato il coraggio di girare un commedia. E’ lui stesso a considerarsi “un vecchio cinefilo” e di essersi ispirato alle celebri coppie di imbroglioni del cinema americano degli anni ’30, ’40 e ’50, “periodo in cui, in materia di commedia, non è stato fatto niente di meglio”. Il film, che è riuscito nell’intento di catturare i toni leggeri ma allo stesso tempo intelligenti delle vere commedie, vuole rivolgersi a tutti i tipi di pubblico, cercando di mescolarli, cosa ai nostri giorni sempre più ardua.