L’VIII Settimana della Cultura presenta lunedì 3 aprile un evento che contiene in sé la forza di un’idea, di un’urgenza, della necessità: tornano a Roma, al Teatro Valle, i detenuti-attori della Compagnia della Fortezza. In scena alle ore 21.00, I Pescecani – ovvero quello che resta di Bertolt Brecht, ultima produzione pluri-riconosciuta (Ubu 2004, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro, Premio Carmelo Bene della Rivista Lo Straniero) della compagine guidata da Armando Punzo, ideatore e direttore artistico di uno dei gruppi teatrali più innovativi ed interessanti della scena italiana ed europea. «I Pescecani è un delirante grido di denuncia contro la folle malattia che sta contagiando il mondo – dice il regista – Ingiustizie, prevaricazioni, arroganza e soprattutto sete di denaro e potere sono tipiche dei pescecani che stanno ormai divorando tutto». Un’attenzione al disagio ed alla ricerca di una forma che si riempie di contenuti, verso un messaggio capace di arricchirsi del valore sociale oltre che estetico-artistico. Un’occasione per gli spettatori di acquisire sia la consapevolezza di un patrimonio inestimabile sia una coscienza per interrogarlo. Nasce così un’iniziativa unica, possibile grazie alla sinergia tra Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Ministero della Giustizia, in collaborazione con l’Ente Teatrale Italiano, insieme per proporre al grande pubblico il lavoro di una compagnia che è diventata caso esemplare di un teatro utile ed empatico, abituato ad invertire i ruoli della fruizione della scena sottraendovi il senso delle parole a favore della sua stessa essenza-presenza. Non è un caso che si coinvolga questo storico gruppo – già forte dei 18 anni di esperienza maturata nel carcere di Volterra e dei 20 detenuti-attori attualmente in tournèe, invitati nei più importanti e prestigiosi cartelloni di festival e teatri italiani – ad inaugurare uno dei momenti più importanti e significativi di incontro e scambio culturale nel nostro paese. L’Arte dunque non è solo patrimonio da conservare, ammirare e rispettare, bensì lo strumento di un linguaggio preciso, altro, primitivo che tuttavia trova la forza ed il coraggio di esprimersi all’interno di un più ampio percorso di vita, per cambiarne talvolta la direzione e mutarne gli esiti. Un appello al quale l’Ente di promozione teatrale nazionale ha volentieri risposto, già in passato, affiancando e sostenendo proprio questa forma di teatro in carcere ma, più in generale, raccogliendo e rilanciando gli stimoli e le numerose sollecitazioni di una ribalta capace di raccontare percorsi anche difficili. Un appuntamento con l’operosità dell’intelletto, quest’anno un po’ meno tradizionale, per il quale è chiamata in causa direttamente la capacità di ognuno di sentirsi emotivamente partecipe ed interprete. Lo spettacolo è ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. I biglietti gratuiti saranno in distribuzione solamente domenica 2 aprile dalle 10 alle 16 presso il botteghino del Teatro Valle.