La classe dirigente del nostro Paese non è immune dal fenomeno mafioso. Perché la mafia non è criminalità comune e non è la manifestazione di un popolo arretrato e barbaro. Questo libro esplora i luoghi in cui si è formato il sistema di idee che ha cementato l’Onorata società: tribunali, redazioni di giornali, aule parlamentari, sagrestie e salotti della borghesia.  Qui hanno preso corpo le diverse narrazioni del fenomeno mafioso. Qui è nato il livello politico-culturale della “terribile setta”. Organizzazione di assassini che fa della segretezza uno dei suoi principi basilari, Cosa nostra tuttavia ha saputo costruire e imporre la propria idea di sé al mondo. Certo, non esistono centri studi che si occupino della formazione degli affiliati, ma esiste e si è consolidata nel tempo un’organica ideologia mafiosa, che costituisce uno dei tratti distintivi della mafia siciliana rispetto alle altre organizzazioni criminali. Questa ideologia si è avvalsa del contributo di avvocati, intellettuali, uomini politici, professionisti e religiosi, oltre, ovviamente, a quello degli stessi uomini d’onore. È servita a garantire la compattezza della consorteria al proprio interno e a guadagnare una forma di consenso presso le più diverse fasce della popolazione italiana.Il libro che la mafia non ti farebbe mai leggere (Newton Compton Editori) intende smascherare gli inganni della “seduzione mafiosa” e offrire strumenti efficaci per sradicare luoghi comuni e falsi miti, per iniziare a diffondere una cultura dell’antimafia radicalmente nuova.