Dopo le risate disperate di Miseria e Nobiltà, la caratterizzazione dei tipi della Commedia dell’Arte, torna nelle maschere e nella comicità de IL MEDICO DEI PAZZI. La personificazione del tradizionale Pulcinella si trasforma nella furbizia ingenua di Felice Sciosciammocca, qui vittima del nipote Ciccillo in una commedia vivacissima che ha assunto già le caratteristiche di un nuovo classico, affidandosi al talento comico di una compagnia giovane e già rodata, resa perfetta anche nelle suggestioni musicali di Francesco Giuffrè. Dunque, gli ingredienti per non disperdere il patrimonio teatrale italiano, ci sono tutti: «l’intento infatti è quello di riaffermare con forza l’identità della drammaturgia del nostro paese – sostiene Giuffrè con chiarezza e determinazione – questo è lo spirito col quale si misura la mia nuova regia, all’insegna del divertimento e della tradizione». Una spirale di situazioni comiche ed inaspettate caratterizzano la vicenda di quella maschera che Totò condusse alla notorietà: questa volta Felice arriva a Napoli all’improvviso per visitare la clinica, in realtà una pensione, nella quale il promettente dottore in medicina, Ciccillo, ricopre il ruolo di medico dei pazzi. Naturalmente è tutto un imbroglio del nipote impegnato a spillare soldi al malcapitato zio: fingendosi studente di medicina, infatti, egli è intento ad assicurarsi vizi e bagordi con i denari ottenuti per pagare l’università. La visita inaspettata costringe il giovane a presentare la pensione in cui vive come il manicomio in cui esercita i rudimenti della professione: da qui una serie di equivoci e malintesi che travolgono i protagonisti, conducendoli verso un finale lieto, come nella migliore consuetudine dell’autore. Un’altra commedia che resterà viva nella coscienza e nel cuore degli spettatori che scelgono da trent’anni il repertorio di un grande Padre della commedia italiana capace di prendere in prestito la lingua dialettale. ROMA – Teatro Quirino dal 20 dicembre 2005 al 22 gennaio 2006