Il sonno della ragione genera mostri. Allora meglio aggrapparsi alle domande, magari con lo sguardo di un bambino, fino ad approdare alle storie dell’uomo e del suo pensiero, così come ci sono state tramandate. Proprio quello che accade a Sofia Amundsen, una ragazzina come tante altre.  Tutto comincia dalle strane domande che spuntano dalla sua cassetta delle lettere (“Chi sei tu?” “E da che mondo provieni?”) , passa attraverso le risposte dell’eccentrico filosofo Alberto Knox e giunge ad una insolita festa di compleanno degli Amundsen…”Il mondo di Sofia” è un romanzo, un giallo o forse un racconto d’avventure piuttosto insolito, che si muove meravigliosamente nel tempo e nello spazio di un esaustivo trattato di filosofia. Scritto in una lingua poco praticata come il norvegese, ma chiaro e comprensibile, vanta una riuscita e sana divulgazione filosofica, attraverso una carrellata sul pensiero storico occidentale, dai presocratici fino a Sartre. Non un manuale scolastico, ma un viaggio di una giovane pupilla, Sofia Amundsen, indottrinata da Albert Knox, nonostante i timori della madre sul vero ruolo dell’uomo. E, invece, si tratta di una vicenda casta, in cui accanto a Cartesio, Kant e Berkeley, trovano posto Jorunn, l’amica di Sofia, Cappuccetto Rosso, Paperino, Robin Hood e il misterioso Albert Knag, padre di Hilde Moller Knag, una ragazza coetanea di Sofia.Quello di Jostein Gaarder è uno straordinario viaggio di immaginazione e di intelletto, attraverso una efficace occhiata alla vita da parte di un bambino. Perchè essere un filosofo vuol dire guardare il mondo con gli occhi di un infante, quello stesso mondo che non deve mai pervenire a noi come abitudine. E se un Buon Filosofo è tale per la sua capacità di porsi delle domande, si dovrebbe leggere tra le righe quel monito discreto, che vale per adulti e per bambini, di non formulare mai la nostra visione della vita imparando dalle convinzioni degli altri.
Il mondo di Sofia
Jostein Gaarder
Longanesi