Equivoci, scambi di persona, giochi di parole, travestimenti, calembour… sono questi gli ingredienti del vaudeville, genere teatrale francese che accompagna l’inizio del Novecento e che conosce in George Feydeau il suo esponente più celebre e fecondo e in Mario Scaccia l’interprete italiano che più di ogni altro ne saputo cogliere e restituire lo spirito.  In scena insieme con Debora Caprioglio, Rosario Coppolino ed Edoardo Sala, il grande attore romano si misura per la terza volta nel corso della sua carriera con una delle commedie più spassose del drammaturgo francese Il signore va a caccia.  Solo interprete nel ruolo di Duchotel nel 1956 e nel 1974, oggi sorprende il pubblico in un ruolo per lui tutt’altro che convenzionale, e firma anche la regia della piéce, messa in scena con assoluta fedeltà all’autore: «La fedeltà a Feydeau va osservata anche e soprattutto nei movimenti da lui segnati perché ad essi sono legati i tempi delle battute e quindi i ritmi delle scene. Porte e mobilia dove lui indica che siano. Bandire l’ironia e la parodia è ridare a Feydeau l’autenticità comica del suo gioco». La scena è ambientata in un appartamento parigino al n. 40 di Rue d’Athenes dove tutti i personaggi si incontrano casualmente e danno vita a una girandola di movimenti tra la commedia e la farsa, sottolineando volentieri i toni della satira di costume. Un vero e proprio meccanismo ad orologeria fatto di tempi perfetti, di entrate ed uscite a ripetizione, di continui colpi di scena che la regia di Scaccia sottolinea alla perfezione: «Feydeau è leggero, spiritoso, tocca la radice dei problemi umani – suggerisce – non è un autore disimpegnato, le sue commedie non sono prodotto di consumo perché è vero, invece, che esse disegnano un’epoca e ne colgono i primi elementi disgregatori». Roma, Teatro Quirino dal 6 al 25 maggio 2008 Per informazioni tel. 06/6794585 (ore 10/19 – lunedì riposo)