Acclamato dalpubblico e critica per le recenti prove d’attore ne La Grande Bellezza di Sorrentino, La Bella Addormentata di Bellocchioe Il Rosso e il Blu di Piccioni, Herlitzka debutta ne Il Soccombentecapolavoro di T. Bernhard per la primavolta sui palcoscenici italiani.Nadia Baldi firma una nuova regia di uno dei capolavori dellaletteratura mondiale del Novecento. La versione teatrale è curata da RuggeroCappuccio per l’interpretazione di Roberto Herlitzka e MarinaSorrenti. Il flusso vulcanico del romanzo di Bernhard esplode in tutta la sualancinante bellezza, illuminando i temi cari all’autore e all’Arte delNovecento con una lucidità di scrittura assoluta e chirurgica. Il genio, il suofatale isolamento, l’amicizia, l’amore, l’inquietudine come farmaco e velenoper  sopravvivere alle crudeltàdell’esistenza umana, si sprigionano dalle parole di Bernhard attraverso ilracconto di una vicenda esemplare. Due giovani amici, Wertheimer e l’ionarrante dietro il quale si cela il desiderio di proiezione dello stessoscrittore, raggiungono Salisburgo per frequentare un corso di perfezionamentopianistico tenuto da Horowitz. Nella città di Mozart, che li adesca e deprime,i due giovani incontrano e si legano ad un ragazzo singolare che si chiamaGlenn Gould. Quando Wertheimer e l’Io narrante sentono suonare Gould, vengonotravolti dalla piena di un trauma interiore che non concederà loro un soloattimo di pace per il resto della vita. I due virtuosi del pianofortecomprendono con chiarezza abbagliante che il loro amico canadese è un genio,peggio, una prova indiscutibile dell’esistenza di Dio. Il futuro dell’Ionarrante e di Wertheimer è compromesso per sempre. Entrambi abbandonano glistudi pianistici ed entrambi subiscono il ricatto quotidiano dellainsostituibile bellezza della musica. Gli assalti della frustrazione,dell’ossessione, di una tagliente dimensione fobica che li magnetizza verso ilpianoforte e da esso li allontana, creano un monumento dell’ambivalenzasentimentale che si concretizza come summa perfetta dei modernissimi croceviapsicoanalitici. L’indubitabile amore che Wertheimer e l’Io narrante nutrono perGlenn Gould, l’ammirazione per la suprema profondità con la quale egli ricreale variazioni Goldberg di Bach, vanno di pari passo con la consapevolezza cheil Dio del suono è entrato nella loro vita minacciando di distruggerlo.  La regia di Nadia Baldidà vita ad un set della memoria e del ritorno represso, facendo dell’Ionarrante-Herlitzka il baricentro di un passato attivo che torna a reclamare isuoi diritti. La regia introduce ad “assecondarlo” una figura femminileinesistente nel romanzo, di cui non v’è certezza di identità, figura motoreinterpretata da Marina Sorrenti. In un luogo adimensionale,l’Io Bernhard sopravvissuto alla fine di Gould e al suicidio di Wertheimer,compie un’impietosa anatomia delle anime, lottando contro le parole, contro ilfantasma della mediocrità, contro la morte e la vita, con una passione e uncalore scientifici, crudi e tragicomici. La messinscena, con le ambientazionivideografiche di Davide Scognamiglio e le musiche di Marco Betta, invita ilpubblico ad entrare nella più profonda seduta analitica che la letteraturaabbia prodotto nell’ultimo secolo. Il successo, il fallimento, le speranze, ledisillusioni, l’amore per chi si odia e l’odio per chi si ama, le creature diun passato che non passa, attraverso il corpo di Berhard –Herlitzka constupefacente vivezza, allineandosi al genio di Bach, come la ricerca dellevariazioni infinite sull’essere e sul vivere.Orarirecite: lunedì,martedì, giovedì, sabato 20.45 | mercoledì e domenica 17.00