Il sorriso di Daphne è la storia di un anziano professore di botanica, costretto su una sedia a rotelle da una malattia degenerativa, ossessionato dal morboso, simbiotico rapporto, con una sorella appiccicosa e protettiva. L’uomo viene riportato indietro nel tempo, al suo avventuroso passato di viaggi e scoperte, alla pienezza della sua vita, dall’arrivo inatteso di un’ex-allieva ed amante, che in un estremo atto d’amore l’aiuterà a sottrarsi al suo misero ed inevitabile futuro da vegetale. Strumento per il passaggio dalla vita alla morte, la linfa mortale di una pianta, proprio la Daphne del titolo, la scoperta più importante nella carriera del botanico, e quarta protagonista in palcoscenico, con la sua presenza muta ed immutabile. Ad interpretare questo intelligente e coraggioso spettacolo l’autore/attore Vittorio Franceschi, che dona scontrosa umanità al professor Vanni, accanto alla femminilità dura e familiare di Laura Curino – la sorella Rosa – e quella sensuale di Laura Gambarin, seguace ansiosa e compagna respinta. I tre caratteri ben delineati dalla scrittura di Franceschi, e interpretati con efficacia dagli attori, un linguaggio spigliato anche nei momenti più cupi, un incessante scambio di battute graffianti, rendono questo spettacolo vitale e divertente. Ed è proprio la capacità di conciliare con leggerezza dramma e commedia, il reale col fantastico, la quotidianità con i grandi ideali, che è valsa all’opera il premio Enrico Maria Salerno 2004 e l’entusiasmo partecipe del pubblico. Teatro Tor Bella Monaca, Roma 10 / 11 maggio 2006