La ricerca condotta presso il Florida Alzheimer’s Disease Research Centre è stato effettuata su topi geneticamente modificati per sviluppare la malattia in tarda età. Tutti sono stati sottoposti al campo magnetico generato da un comune cellulare due ore al giorno, per sette mesi.                            Negli esemplari sottoposti a radiazioni in giovane età, prima dell’insorgere della malattia, le capacità cognitive rimanevano inalterate, quelli con sintomi iniziali invece dimostravano significativi miglioramenti.
 
Grande sorpresa anche tra i ricercatori alla scoperta che aiuterà la ricerca su questo male che affligge milioni di persone nel mondo, ha affermato il professore Gary Arendash. Gli scienziati però invitano alla prudenza, perché serviranno molte modifiche per accertare gli eventuali effetti benefici delle radiazioni sull’uomo.