Vincitore della Palma d’Oro al 59° Festival di Cannes, sbarca il 10 novembre nelle sale italiane Il vento che accarezza l’erba, film di Ken Loach sulla rivoluzione irlandese del 1920 contro l’egemonia britannica.

Spinto da un profondo senso del dovere e dall’amore per il proprio paese, Demian (CILLIAN MURPHY) abbandona la carriera di medico e si unisce al fratello Teddy, in una pericolosa e violenta lotta per la libertà. Grazie all’audacia dei combattenti irlandesi viene concordato un trattato che ponga fine al massacro. Ma la popolazione si divide, in pacifisti e oltranzisti, facendo esplodere la guerra civile. Demian e Teddy, una volta uniti dagli stessi ideali, diventeranno così nemici.

Il britannico Loach, veterano dei film sulle guerre civili (Terra e Libertà, La Canzone di Carla), ha sempre ritenuto i fatti accaduti in Irlanda nel 1920-22 interessanti perché contenenti uno schema attribuibile a realtà contemporanee. “Sono sicuro – dice il regista – che la manipolazione da parte del potere dominante lo si risconti oggi in posti come l’Iraq, dove l’opposizione agli Stati Uniti ed alla Gran Bretagna ha unito tanta gente che scoprirà di avere interessi diversi quando gli americani e gli inglesi saranno costretti ad andare via”.

Il film, da non definire anti-britannico, vuole responsabilizzare il pubblico nel criticare la brutalità dei leader, passati e presenti. Peccato che la pellicola risulti piatta e sul finale eccessivamente incentrata ad esaltare le minoritarie posizioni marxiste all’interno della guerriglia anti-inglese. Manca di forza e non riesce a scuotere gli animi, nonostante alcuni abbiano apprezzato in Loach la capacità di trattare il rapporto guerra di liberazione – guerra civile. Capacità che nessun regista italiano ha avuto nel raccontare né le origini del fascismo né quelle della Resistenza.