Sarà di scena dal 14 ottobre al 2 novembre al Teatro Ghione di Roma la commedia Indovina chi viene a cena? uno dei testi più attesi da coloro che ricordano l’indimenticabile film che premiò Spencer Tracy e Katharine Hepburn.
 
In un’Italia multietnica tesa a riempire i vuoti di comprensione tra le differenti culture oramai a stretto confronto, Gianfranco D’angelo e Ivana Monti, diretti da Patrick Rossi Gastaldi, portano in scena il testo che per eccellenza sviscera e analizza le problematiche di un matrimonio misto, seppur tra inaspettate gag e inevitabili discussioni. Il testo di William Rose non ha messo in difficoltà  il suo adattatore Mario Scaletta che, lasciando intatte le tematiche, ha semplicemente “spolverato” il lessico adattandolo a tempi più moderni. Tutti conoscono il film incentrato sul fidanzamento di una ragazza “bianca” con un medico di colore, allora interpretato da Sidney Poitier: mentre il padre si oppone decisamente al matrimonio e la madre si sforza di accettare la situazione, anche i genitori del medico non approvano l’unione del figlio. Per volere della ragazza si ritroveranno tutti riuniti in una cena che non inizia sotto i migliori auspici.
 
Tra battute brillanti e qualche  contrasto, vi saranno lacerazioni e scontri prima dell’inevitabile consenso alle nozze. Gianfranco D’angelo e Ivana Monti affrontano i personaggi  di Indovina chi viene a cena mostrandosi una coppia perfetta per giocare coi sentimenti e le ironie della più riuscita “commedia” sul tema del razzismo.
 
Al loro fianco Howard Ray e Mari Hubert  interpretano la coppia di consuoceri mentre Fatimata Dembele è l’invadente cameriera di colore, governante di “casa D’angelo”. Moderatore delle discussioni, complice della razionalità ma anche dell’amore Mario Scaletta, nel ruolo di Padre Ryan.
 
Significativo il ritorno di Patrick Rossi Gastaldi alla regia di un testo teatrale autentico, assolutamente lontano dalle performance coreografiche dei musicals degli ultimi anni, e che si avvale della vicinanza professionale di Alessandro Chiti, per la scenografia, e di Grazia Pera, per i costumi.