L’Italia ha più dottori che infermieri. A segnalarlo è il Rapporto Ocse sulle risorse umane in ambito sanitario 2008, pubblicato sul sito del centro di epidemiologia dell’Istituto superiore di Sanita’ (Iss).Il nostro Paese, infatti, ha il più alto numero di medici per abitante: più di 600 ogni 100.000 nell’anno 2005, mentre i medici appartenenti alla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) sono circa 370 mila, di cui un terzo lavora negli istituti pubblici. Inoltre, rileva l’Ocse, la competizione tra medici nel settore pubblico è molto alta e spesso i più giovani sono costretti ad attendere a lungo prima di ritagliarsi un posto di lavoro.Allarme, dunque, sulla carenza di infermieri. Secondo le stime della Federazione nazionale dei collegi degli infermieri (Ipasvi), nel 2006 la carenza ammontava a circa 60 mila professionisti (su un totale di infermieri pari a 348.415 nel 2005), per una mancanza di copertura dei posti di lavoro pari al 15%. Per questo motivo, l’università ha incrementato la capacità dei corsi per le professioni paramediche, ma le domande di ammissione rimangono più alte dei posti disponibili, soprattutto al Sud.  E molte Regioni hanno creato nuove figure professionali come quella dell’assistente sanitario, riducendo così il carico di lavoro degli infermieri specializzati che storicamente svolgono anche compiti di pulizia e movimento dei pazienti.La carenza di infermieri, sottolinea il rapporto Ocse, ”potrebbe essere in parte colmata dall’assunzione di personale proveniente dall’estero. Ma a causa della competizione con i Paesi esteri, che offrono salari piu’ alti e condizioni di lavoro migliori, e delle complesse politiche di immigrazione, il numero di infermieri stranieri in Italia e’ ancora molto basso: 6730 nel 2005”.  Ma, malgrado la forte domanda di personale paramedico, l’Italia rimane una meta poco attraente per gli infermieri stranieri: in primo luogo lo stipendio non è competitivo (circa 1600 euro al mese) e poi le politiche di immigrazione e la scarsa diffusione delle lingua italiana all’estero rendono la situazione più complessa.Una situazione, questa, che abbinata all’invecchiamento della popolazione italiana, ha incrementato il mercato dell’assistenza tramite badanti privati, la maggior parte dei quali stranieri, spesso senza regolare permesso di  soggiorno.”L’Italia – conclude il rapporto Ocse – deve fronteggiare la questione delle risorse umane nel settore sanitario. L’eccesso di medici, ma soprattutto la scarsita’ di infermieri e di personale paramedico in genere, e’ un problema da risolvere al piu’ presto”.