Esponente di spicco della nuova generazione dei creativi della moda, il suo estro artistico spazia dal design alla fotografia alla regia, tutto unito dal sottile fil rouge di un’espressività fuori dagli schemi. Diviso tra Parigi, New York, Tokyo e Los Angeles, Jeremy Scott, ultimo bad boy della moda internazionale, torna a far parlare di sé. Presente sullo scenario dell’haute couture da circa un decennio, nel 2000 diventa il personaggio da seguire, l’enfant prodige da tenere sott’occhio. Karl Lagerfeld lo indica come suo pupillo, riconoscendone immediatamente le straordinarie capacità espressive. Il suo punto di forza, come per molti altri creativi della new generation, è la capacità di guardare la realtà da un punto di vista del tutto nuovo, mettendo in evidenza dinamiche, stili e tendenze ancora inesplorati. Come anticipato già da molti di quelli che oggi conosciamo come i “Guru” del fashion system, la moda rappresenta per Jeremy Scott un’esperienza a 360°. Le diverse arti si mescolano tra loro abbattendo ogni schema preconcetto e la moda diventa l’espressione di un sistema comunicativo ben più grande e coinvolgente. Le sue creazioni rispecchiano una realtà in continua trasformazione, sottoposta ad un bombardamento costante dei media: Tabloid Collection è una collezione che ha fatto dell’ossessione dei media per le celebrità un momento di riflessione sociale, attraverso abiti da leggere e interpretare in modo ironico e dissacrante. Il giovane artista ha inoltre disegnato l’intera collezione per il sito web yoox.com, dimostrando di saper interpretare fino in fondo le tendenze e le dinamiche della realtà digitale. Dopo essersi assentato momentaneamente dalle passerelle, per dedicarsi alla regia di un cortometraggio dove, fra gli altri, ha diretto Asia Argento e Tori Spelling, tornerà a Parigi il prossimo inverno per rileggere e riproporci uno stile anni ’50 che farà certamente parlare di sé.