Una donna costretta su una sedia a rotelle, che il marito sottopone a orribili mutilazioni fino a toglierle la vista e l’udito, è la protagonista di uno dei testi più strazianti di Ágota Kristóf, la scrittrice svizzera di natali ungheresi scomparsa nel 2011, la cui prosa sprigiona in palcoscenico una speciale forza visionaria: La chiave dell’ascensore – dal 10 al 21 ottobre alla Sala Uno – torna a Roma in una versione che ha il pregio di sposare il teatro alla danza, sotto le insegne del Nuovo Balletto di Spoleto, una garanzia di ricerca e di qualità.  Paola Maffioletti (Istituto Nazionale del Dramma Antico, Riga Russian Drama Theatre e molte prove cinematografiche e televisive) firma la regia e la coreografia di questa favola nera pubblicata nel 1977 – in cui l’autrice infuse tracce della sua infelice vita coniugale ma soprattutto lanciò un metaforico grido contro ogni guerra e ogni oppressione, nel ricordo dell’invasione sovietica di Budapest che nel ’56 le aveva imposto l’esilio – accentuando i toni grotteschi di una pièce onirica.  È la voce, l’unica facoltà rimasta alla moglie umiliata, a testimoniare la solitaria sofferenza della vittima finché non si ribella al suo carnefice. L’amore pare non esistere nel mondo di Ágota Kristóf, dove i rapporti umani non seguono una logica di causa ed effetto ma di convenienza e di menzogna e dove gli individui sono perennemente il bilico tra speranza e autodistruzione.  Il suggestivo spazio ricavato nella cripta della Scala Santa (piazza di Porta San Giovanni 10) sarà animato dall’interpretazione di Ester Albano (attrice di prosa e di teatro-danza e doppiatrice) e dai movimenti di Caterina Genta (diploma alla Folkvangschule, esibizioni con il Wuppertal Thanztheater di Pina Bausch), che dal 2011 dirige il Nuovo Balletto di Spoleto assieme al compositore Mario Schiavoni. A lui, legato a compagnie di danza e di prosa tra cui quella di Alessandro Gassman, si devono la colonna sonora e le musiche originali.  Nicoletta Sammartano cura le scene e i costumi. Carolina Ferrara, pittrice cara ad artisti quali Luigi Comencini e Gabriele Lavia, presta la sua tela “Verde” all’allestimento. Patrocinio del ministero Beni e attività culturali, collaborazione del Centro Danza “Marius Petipa”. Spettacoli alle ore 21.30.